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MIGRANTI, OPEN ARMS:
ALTRI 4 SBARCATI

MIGRANTI, OPEN ARMS: <BR> ALTRI 4 SBARCATI

Nella quindicesima notte di permanenza a bordo della nave umanitaria Open Arms, con 147 naufraghi a bordo soccorsi nel Mediterraneo, sono state fatte sbarcare a Lampedusa altre 4 persone (tre persone più un accompagnatore, fa sapere la Ong) per “complicazioni mediche” dopo le 9 persone fatte scendere nella serata di ieri. “Tutte le persone a bordo – scrive su Twitter Open Arms – devono essere fatte sbarcare urgentemente. L’umanità lo impone”. La nave umanitaria spagnola ha potuto fare rotta verso Lampedusa, dopo tredici giorni di navigazione, a seguito della decisione assunta mercoledì scorso dal Tribunale amministrativo (Tar) del Lazio, che ha sospeso le prescrizioni previste dal decreto sicurezza bis che vieta l’ingresso in acque territoriali italiane, riscontrando motivi di “eccezionale gravità ed urgenza”. “Sono pronto a firmare un altro provvedimento di divieto di ingresso nelle acque territoriali italiane in ragione di nuovi episodi – scriveva sui social mercoledì sera il ministro dell’Interno Matteo Salvini, annunciando anche un ricorso al Consiglio di Stato contro la decisione del Tar - perché per giorni la nave della Ong spagnola si è trattenuta in acque Sar libiche e maltesi, ha anticipato altre operazioni di soccorso e ha fatto sistematica raccolta di persone con l’obiettivo politico di portarle in Italia. Finché ci sono io farò tutto quello che è in mio potere per difendere i confini italiani” diceva Salvini.

La ministra della Difesa Elisabetta Trenta e il ministro per le Infrastrutture e i Trasporti, Danilo Toninelli, - entrambi quota 5 stelle dell’esecutivo Conte - si sono rifiutati di firmare un nuovo provvedimento di interdizione annunciato da Salvini poche ore dopo. “Avevo già firmato a suo tempo il decreto di Salvini, che vietava l’ingresso, il transito e la sosta della Open Arms nelle acque italiane. Avevo firmato, anche stavolta, per ribadire che chi non rispetta il diritto del mare non può sbarcare in Italia. Quel decreto è stato bocciato dal Tar ed emetterne un altro identico, per farselo bocciare di nuovo dal Tar dopo 5 minuti, esporrebbe la parte seria del Governo, che non è quella che ha tradito il contratto, al ridicolo”: così giustificava su Facebook la decisione di non firmare il nuovo provvedimento il ministro Toninelli, aggiungendo inoltre che “a differenza di Salvini che cerca solo il consenso facile, noi agiamo con senso di Stato e concretezza”. E non si sono placate le polemiche politiche neanche il giorno di Ferragosto: “Sulla vicenda della Open Arms c’è stato un esempio di sleale collaborazione da parte del ministro dell’Interno Matteo Salvini” accusa il premier Giuseppe Conte in una lettera affidata ai suoi canali social e indirizzata al leader del Carroccio, a cui Conte rimprovera – nel momento in cui siamo “agli sgoccioli di questa esperienza di governo” - troppe slabbrature istituzionali, diventate veri e propri strappi istituzionali”.

“Ti ho scritto una comunicazione formale - precisa il premier rivolgendosi a Salvini - con la quale, dopo avere richiamato vari riferimenti normativi e la giurisprudenza in materia, ti ho invitato, letteralmente, ad adottare con urgenza i necessari provvedimenti per assicurare assistenza e tutela ai minori presenti nell'imbarcazione”. “Con mia enorme sorpresa – prosegue la lettera di Conte - martedì hai riassunto questa mia posizione attribuendomi, genericamente, la volontà di far sbarcare i migranti a bordo”. Il premier, parla inoltre di una “fedele e ossessiva concentrazione” di Salvini “nell'affrontare il tema dell'immigrazione riducendolo alla formula dei porti chiusi. Ma parlare come Ministro dell'Interno e alterare una chiara posizione del tuo Presidente del Consiglio, scritta nero su bianco, è questione diversa” conclude Conte. Alle parole dure del presidente del Consiglio, Salvini ha risposto ieri usando sempre i canali social per confessare la sua “colpa: l’ ‘ossessione’ nel contrastare ogni tipo di reato compresa l’immigrazione clandestina” afferma con ironia. “Faccio il Ministro per difendere i confini – aggiunge - la sicurezza, l’onore, la dignità del mio Paese. Con me i porti sono e rimarranno chiusi ai trafficanti e ai loro complici stranieri”. Secondo il vicepremier senza questa fermezza “l’Unione Europea non avrebbe mai mosso un dito, lasciando l’Italia e gli Italiani soli come ha fatto negli anni dei governi di Renzi e del Pd” e gran parte delle critiche che riceve sono conseguenza dell’aver “fermato la mangiatoia dell’immigrazione” scrive oggi su Facebook. (lfa – 16 ago)

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