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direttore Paolo Pagliaro

Un miliardo
di sconosciuti

di Paolo Pagliaro

(10 ottobre 2019) Rubare l’identità degli altri per costruire video manipolati è una delle nuove applicazioni dell’intelligenza artificiale. Si chiama deepfake ed è un giochino – quasi mai innocente – praticato da tempo soprattutto negli Stati Uniti, dove ha fatto vittime illustri, da Obama a Tom Cruise.
E’ un gioco per civiltà evolute. In altre parti del mondo il problema è esattamente l’opposto, e riguarda quel miliardo di persone che sono sprovviste di un’identità ufficialmente comprovata. Il miliardo di sconosciuti di cui ci parla il demografo Massimo Livi Bacci su Neodemos.
Oggi è impensabile che ci sia chi non ha un’ identità accertata e riconosciuta. Ricorda Livi Bacci che i cani di razza hanno un pedigree, gli animali domestici un chip di identificazione, i veicoli hanno la targa e un numero inciso sul telaio, i cellulari una matricola. Conosciamo origine e filiera produttiva di ogni alimento acquistato in un supermercato. Un settimo dell’umanità, invece, non ha identità accertata o ne è del tutto sprovvista.
Ci sono 161 milioni di persone non registrate o non identificate in India, 140 milioni in Nigeria, 70 milioni in Etiopia, 50 milioni in Bangladesh, 30 milioni in Congo. Altri milioni di senzanome abitano l’Uganda e l’Indonesia, le Filippine e l’Arabia Saudita.
Osserva il decano dei demografi che chi non possiede un’identità documentata è tagliato fuori dalla società moderna, può solo lavorare al nero, rischia lo sfruttamento, è escluso dalle attività formali, vive, insomma ai margini o nei recessi della società. Mentre tra i diritti dell’uomo, ci sarebbe anche quello di avere un nome, e dunque un passato e una speranza.

(© 9Colonne - citare la fonte)