Agenzia Giornalistica
direttore Paolo Pagliaro

La maglia azzurra
che unisce l’Italia

“Forza Azzurri!” recita il titolo dell’incontro di punta del pomeriggio di domenica 13 ottobre al Festival dello Sport, ed in effetti di azzurro sul palco del Teatro santa Chiara ce n’è tanto: due ex commissari tecnici del calibro di Arrigo Sacchi ed Antonio Conte e due campioni del Mondo come Paolo Rossi e Luca Toni. “La maglia azzurra è forse l’unico fattore in grado di unire il Paese”, rompe il ghiaccio Sacchi, che sottolinea come “tutti i giocatori che vestono la casacca della Nazionale sono pronti a dare la vita per onorarla”. Per Conte la Nazionale è stato il coronamento di un sogno, e se da calciatore sentire l’inno provoca sempre emozioni fortissime, da c.t. si sente il peso di una responsabilità enorme”.

Si attiva quindi il collegamento da Roma e sullo schermo compaiono Gabriele Gravina, presidente della Figc, il c.t. Roberto Mancini e Leonardo Bonucci, capitano degli azzurri che la sera precedente hanno conquistato una qualificazione record agli Europei del 2020 con tre giornate d’anticipo.

 

SODDISFAZIONE.  Quella di oggi è una Nazionale ritrovata, come osserva Gravina: “Siamo stati capaci di catalizzare tutte le energie giuste mettendo insieme l’equilibrio di Mancini, l’entusiasmo della squadra ed il grande lavoro di un team straordinario di collaboratori che hanno dato il massimo per centrare l’obiettivo”. Anche Mancini è positivo: “Giocatori bravi ce ne sono anche in Italia, lo ho sempre pensato, bisognava aspettare e ritrovare fiducia perché magari erano un po’ abbacchiati dalla mancata qualificazione al Mondiale”. Bonucci annuisce, soddisfatto per il primo traguardo raggiunto dal nuovo ciclo: “Con questa Nazionale si è ricreato un gruppo che si sente una famiglia, le prestazioni e i risultati dimostrano che non siamo soltanto una selezione ma siamo una squadra”. 

 

MAGLIA VERDE. In chiusura di collegamento Gravina chiarisce una volta per tutte la questione della maglia verde che la Nazionale ha esibito contro la Grecia: “Molti hanno confuso la maglia con l’identità, che è un concetto che non ha colore. Il colore è una sorta di companatico ma l’identità di un territorio è fatta dalla passione, dall’entusiasmo e dal comportamento dei tifosi”.

 

LA STORIA. Poi si torna alla storia, dai primi trionfi dell’Italia anni ’30, dei quali “è rimasto molto poco, perché il calcio è in continua evoluzione”, considera Sacchi, fino all’Europeo vinto nel ’68 e agli indimenticabili Mondiali del ’70 e al trionfo dell’82, con Paolo Rossi protagonista assoluto. Un applauso spontaneo accompagna le immagini della formazione campione del Mondo in Spagna, e Pablito ripercorre un torneo particolare, soprattutto per lui: “La mia fortuna è stata trovare un c.t. come Bearzot che ha creduto in me, senza di lui probabilmente ora non sarei su questo palco”. Se Paolo Rossi allora fece piangere il Brasile, 14 anni dopo sono i verdeoro a prendersi la rivincita contro la Nazionale di Arrigo Sacchi. Il c.t. di Fusignano non può esimersi allora di raccontare la sua versione di Usa ’94: “Il Mondiale è il torneo più difficile perché tutti gli avversari danno sempre il massimo, ma quello fu più difficile degli altri, si giocava a temperature e umidità impossibili. Sono orgoglioso di quel secondo posto, il Brasile meritava più di noi per quello che aveva fatto vedere durante tutta la manifestazione”.

Si arriva quindi velocemente al 2006 e alla coppa del Mondo sollevata tra gli altri da Luca Toni: “Un’emozione difficile da spiegare, eravamo un gruppo forte e Lippi ha saputo caricarci nel modo giusto. Il calcio fa miracoli, eravamo partiti da Coverciano nella confusione di calciopoli e siamo tornati a Roma accolti dalle Frecce Tricolori”. C’è tempo ancora per riaprire con Conte la ferita dell’Europeo 2016: “Rimane la grandissima soddisfazione di aver entusiasmato i tifosi, avevamo plasmato un gruppo di calciatori che avrebbero dato la vita per l’altro, c’era un’alchimia particolare, ricordo che al momento di salutarci piangevamo tutti perché il giorno dopo non ci saremmo rivisti, e se non avessi già firmato mesi prima con il Chelsea dopo sarei rimasto in azzurro”.

 

PRONOSTICI. Infine il giro di pronostici, che tutti e quattro affrontano con ottimismo ma senza sbilanciarsi. “È una squadra che ha coraggio ed allegria”, dice Sacchi, mentre Conte punta sulla gioventù del gruppo e Rossi sottolinea l’identità di gioco ritrovata, infine Luca Toni chiude speranzoso: “Sarebbe davvero bello arrivare fino in fondo all’Europeo”. (Red – 13 ott)

(© 9Colonne - citare la fonte)