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direttore Paolo Pagliaro

Il festival si chiude
nel segno dello squalo

Non si poteva scegliere argomento migliore del Giro d’Italia per concludere un festival in rosa come quello dello Sport di Trento. L’ultimo appuntamento in programma al Teatro Santa Chiara nel pomeriggio di domenica 13 infatti è l’incontro dedicato a “Nibali e il Giro d’Italia”, che a partire dalla figura del campione siciliano si propone di sviscerare l’amatissima corsa a tappe.

 

IL GIRO. Si inizia con un Vincenzo Nibali unico protagonista: “Il Giro per me è un insieme di cose”, racconta lo squalo: “È la gara che desideravo di poter correre da bambino, poi è diventata un’emozione quando le notti prima del mio esordio non riuscivo a dormire, quindi è diventato gloria, le lotte con i tanti rivali e tutto ciò che negli ultimi anni si è susseguito”. Con Pier Bergonzi de La Gazzetta dello Sport, il campione siciliano ripercorre i momenti salienti della sua carriera al Giro: la sua prima maglia rosa ed il calore dei tifosi, poi il primo trionfo nel 2013, l’anno del passaggio all’Astana e dell’impresa sotto la tormenta di neve sulle Tre Cime di Lavaredo. “Faceva un freddo terribile, fu una tappa epica e vincerla fu un’emozione incredibile”, ricorda prima di emozionarsi al pensiero di Michele Scarponi, che con il suo aiuto nella tappa da Pinerolo a Risoul del 2016 risultò fondamentale per il secondo trionfo al Giro.

 

CAIRO E VEGNI. Arriva Urbano Cairo, presidente di Rcs e grande appassionato di ciclismo: “È un privilegio poter seguire la corsa dalle macchine dell’organizzazione, il Giro è un veicolo per promuovere in tutto il Mondo la bellezza del nostro Paese”, e dopo un minuto di silenzio in memoria di Felice Gimondi, recentemente scomparso, ecco anche Mauro Vegni, direttore della corsa rosa, e Paolo Bellino, ad di Rcs Sport, per iniziare a guardare al futuro, alla prossima edizione che partirà dall’Ungheria. Svelate le prime tre tappe, una cronometro di 9,5 km a Budapest e due per velocisti con arrivi a Gyor e Nagykanizsa, resta invece ancora il dubbio sulla partecipazione di Nibali, che l’anno prossimo vestirà i colori della Trek-Segafredo assieme a compagni del calibro di Mollema, oltre al neocampione del Mondo Pedersen e a Ciccone, per una stagione “da preparare molto bene”, dice il siciliano: “dato che in mezzo agli abituali impegni ci sarà pure anche la corsa olimpica di Tokyo 2020”.

 

IL RICORDO DI PANTANI. A guidare gli azzurri alle Olimpiadi sarà ovviamente il c.t. Davide Cassani, che assieme al suo sodale di telecronache storico Auro Bulbarelli raggiunge il palco del Teatro, e si torna all’amarcord. Bulbarelli, oggi direttore di Rai Sport, ricorda subito come il loro primo Tour in voce sia stato anche l’ultimo di Marco Pantani, fenomeno del ciclismo che Cassani conosceva molto bene: “Non dimentico l’immagine di lui stremato al traguardo di Montecampione nel ’99 dopo l’ennesima battaglia con Tonkov. Il pirata manca a tutti, la seconda o la terza domanda che mi fanno in ogni intervista riguarda Pantani”. “Sono cresciuto con le sue gesta”, aggiunge Nibali, “la Pantani-mania aveva contagiato tutti noi ragazzi, avevo 13 anni all’epoca e seguivo tutte le sue imprese”.

Il filo della memoria continua con le prime esperienze al Giro di Bulbarelli, da stagista di Gazzetta, e poi di Cassani, che racconta le tappe seguite da bambino con il padre ed il suo primo piazzamento a 21 anni. Vegni tra i momenti più significativi inserisce invece la partenza da Israele: “È stata la prima volta che un grande giro usciva dal territorio europeo, la nostra squadra organizzativa è stata egregia e mi ha stupito vedere un’accoglienza così calorosa”.Infine il passato recente, con Cassani nelle vesti di c.t. che racconta il conto in sospeso di Nibali con i Giochi Olimpici dopo la caduta di Rio ed il rammarico di Trentin dopo il secondo posto all’ultimo Mondiale. “Le delusioni si superano con il tempo, l’amarezza passa e fortifica, fa parte del gioco e a volte ciò che viene tolto poi viene restituito”, chiosa con la saggezza del veterano Vincenzo Nibali, prima di lasciare il palco, tra gli applausi del pubblico, agli organizzatori e alle istituzioni che chiudono con i discorsi e i ringraziamenti di rito la seconda edizione del Festival dello Sport. (Red – 13 ott)

 

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