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ALMENO 50 I CIVILI MORTI
NEL NORD DELLA SIRIA

ALMENO 50 I CIVILI MORTI <br> NEL NORD DELLA SIRIA

Varare un embargo sulle armi con effetto immediato e non solo sulle commesse future; ritirare il contingente militare e i missili impegnati in Turchia nell’operazione Active Fence; avanzare alle Nazioni Unite la richiesta di una no fly zone in tutto il Nord Est della Siria sul modello di quanto adottato a suo tempo sul Kurdistan iracheno. Sono le tre richieste che Un Ponte Per, l’unica organizzazione non governativa italiana che fino a due giorni fa era presente nel nord della Siria, avanza al governo italiano, per affrontare l’emergenza dovuto all’attacco dell’esercito turco iniziato il 9 ottobre. “Riteniamo importante quanto affermato in aula ieri dal ministro degli esteri Luigi Di Maio – spiegano i due copresidenti della Ong, Bene il riferimento al tributo pagato dal popolo curdo per averci difeso da Daesh. Bene l’impegno a varare una moratoria dell’export di armamenti italiani alla Turchia. Bene la proposta di portare ad ogni livello internazionale la condanna della guerra e la violazione del diritto umanitario internazionale della Turchia. Tuttavia, come Ong impegnata sul terreno ad assicurare alle decine di migliaia di profughi curdi e non solo un minimo di assistenza sanitaria e sostegno d’emergenza per la popolazione colpite e in fuga dalle bombe, non possiamo accontentarci”. Secondo Un Ponte Per, che ha abbandonato la zona lo scorso 12 ottobre in seguito al bombardamento di un presidio sanitario di emergenza costruito insieme alla Mezzaluna Rossa Curda, ma che continua a presidiare la zona con il personale locale, bisogna compiere ogni atto capace d’isolare il Governo turco costringendolo a fermare l’aggressione armata. “Ai Comuni e a tutti gli enti locali in generale chiediamo atti di gemellaggio e solidarietà con le città curde e di votare documenti di condanna della guerra. La ong chiede anche che sia spostata in altra nazione la finale della 65ª edizione della Champions League prevista a Istanbul per la prossima primavera. “Al mondo dello sport chiediamo, infine, nell’imminenza degli avvenimenti sportivi del fine settimana, di chiedere al pubblico un sostegno economico da destinare alla Mezzaluna Rossa Curda e a sollecitare i presidenti dei club di calcio professionistico a destinare una parte dei proventi dei biglietti a questa causa”. Secondo un rapporto pubblicato da Un Ponte Per insieme alle Nazioni Unite, al 14 ottobre erano almeno 50 le vittime civili, con 157 persone gravemente ferite e almeno 200 mila sfollati. L’impianto idrico di Allouk è stato distrutto, con gravi conseguenze per circa 800mila abitanti della regione di Al-Hasakeh, e almeno 3 ospedali, 2 scuole, 2 chiese e una panetteria sono stati colpiti direttamente dai bombardamenti.

(Sis)

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