Intervistato dal Messaggero, Andrea Orlando, vicesegretario del Pd, fa il punto sulle tensioni all’interno delle forze di maggioranza negando che si sia alla vigilia di una crisi di governo ma non nascondendo una certa preoccupazione: “Il punto è questo – afferma - se ci sono un patto solido e un orizzonte temporale lungo, allora i problemi si risolvono. Se invece i nostri alleati non indicano nessun respiro, nessuna ambizione che non sia quella del giorno per giorno, allora qualunque problema rischia di trasformarsi nell'incidente fatale. Decidiamo serenamente insieme: Italia Viva e M5S ritengono che la strada di un orizzonte lungo non è perseguibile? Bene, accorciamo lo sguardo e chiudiamo prima questa esperienza. Patti chiari, legislatura lunga. Anche noi abbiamo ben presente l'esigenza di arrivare a scadenze istituzionali importanti, come quella dell'elezione del prossimo presidente della Repubblica, e al 2023, ma il problema è che così a quelle scadenze non ci sia arriva”. La grana Ilva è la più urgente. Governo e maggioranza non hanno una posizione unitaria. “La posizione del premier ha tenuto conto della questione posta dal Pd. Conte ha detto che se Arcelor Mittal toglie dal tavolo il tema dei 5.000 esuberi, il governo ripristina lo scudo penale. Non si poteva firmare una cambiale in bianco all'azienda, che deve confermare gli impegni assunti al momento dell'aggiudicazione della gara. L'appello del ministro Patuanelli è condivisibile: ci deve essere un sussulto nazionale. E se Arcelor Mittal rinuncia agli esuberi, contestualmente riporteremo lo scudo”.
(8 NOV / red)
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