Agenzia Giornalistica
direttore Paolo Pagliaro

CONTE: IL MOSE
VA COMPLETATO

“Venezia è una città ferita, i danni causati dall'acqua alta sono stati ingenti, mi riferisco alle abitazioni, ai negozi, ma anche a quel patrimonio storico-artistico che tutto il mondo ammira, e tra la popolazione c'è il timore che il pericolo non sia ancora passato. Ma i veneziani hanno saputo reagire, ho visto una grande solidarietà e la voglia di rimettersi subito in piedi. A questa comunità voglio dire che il governo farà la sua parte”. Così il premier Giuseppe Conte in un’intervista al Corriere della Sera. Il capo del governo spiega che “Il 26 novembre ho convocato un "Convitatone" interministeriale per la salvaguardia di Venezia, nel corso del quale verrà discussa anche la governance per i problemi strutturali della città, come quello delle grandi navi e del Mose. L'obiettivo del governo è analizzare e valutare tutti gli aspetti critici legati alla gestione di una città unica come Venezia. La partecipazione e l'ascolto delle istituzioni locali sarà parte integrante del processo decisionale. Anticipo che il sindaco sarà nominato commissario in relazione allo stato di emergenza che ieri abbiamo deliberato in Cdm”. In particolare sul Mose, questa volta a La Stampa, Conte ribadisce che “Questo non è il momento delle polemiche. Sono stati investiti soldi dei cittadini che non possono essere sprecati. Siamo al lavoro per rispettare i tempi che ci siamo dati per l'inaugurazione del Mose, la primavera del 2021. Il Mose ad oggi è l'unica risposta sostenibile al problema dell'acqua alta a Venezia. Credo che il limite più grande in tutti questi anni della politica italiana sia stato rinfacciarsi vicendevolmente colpe e responsabilità. Oggi stiamo facendo i conti con diverse emergenze, Venezia, l'ex Ilva, le tensioni commerciali, che richiedono una risposta corale del sistema Italia, a cui ho sempre fatto affidamento”.  “Ultimare la realizzazione dell'opera è inevitabile. Ad oggi il Mose è realizzato al 90-93% circa, siamo alle battute finali e i fondi investiti sono tanti. Elementi questi che, insieme a una valutazione di interesse pubblico, rendono impensabile qualsiasi soluzione diversa”. (15 NOV / red)

(© 9Colonne - citare la fonte)