Agenzia Giornalistica
direttore Paolo Pagliaro

Fincantieri prigioniera
dell’euroburocrazia

di Paolo Pagliaro

 

(13 dicembre 2019) La notizia – letta su Business Insider - è che la Cina ha deciso di fondere i due principali cantieri navali del Paese, dando così vita al più grande gruppo navalmeccanico del mondo. Una galassia costituita da 147 tra centri di ricerca, imprese e società quotate, con un patrimonio di oltre 100 miliardi di dollari e 300.000 dipendenti.
E’ una notizia che ci riguarda da vicino, perché da oltre due anni l’italiana Fincantieri e i francesi dei Chantiers de l’Atlantique stanno cercando di dar vita, fondendosi,  a un “campione” europeo della cantieristica navale, in grado di competere a livello globale, quindi anche e soprattutto con i cinesi. Stanno cercando ma non ci riescono, perché il progetto di integrazione e la nascita del nuovo gruppo dove Fincantieri avrebbe tra l’altro la maggioranza, è ancora fermo in attesa del via libera della Direzione Generale per la Concorrenza della Commissione europea. Lo stop è giunto inatteso alla fine di ottobre. L’indagine sulla liceità della fusione è una procedura lunga e complessa, che dovrebbe arrivare a un esito non prima di fine marzo 2020, sempre che non ci siano ulteriori rinvii dopo quelli causati dall’ insediamento della nuova commissione.
Giuseppe Bono, il manager che guida Fincantieri, ha osservato sconsolato che a trent’anni dalla caduta del muro di Berlino e dalla fine dell’Unione Sovietica abbiamo edificato un moloch di regole e burocrazie in grado di scoraggiare qualunque progetto industriale.  L’auspicio è che ora la politica possa riservare a un affare concretissimo come il   dossier Fincantieri almeno un briciolo dell’attenzione dedicata a un affare evanescente come il fondo salva-stati.    

(© 9Colonne - citare la fonte)