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direttore Paolo Pagliaro

A Vienna tramonta
l’era sovranista

di Paolo Pagliaro

C’è una sorta di Conte-bis anche in Austria, dove oggi pomeriggio ha giurato il governo del popolare Sebastian Kurz, che ha inaugurato così il suo secondo mandato da cancelliere ma questa volta alla guida di una coalizione spostata a sinistra. Proprio come in Italia, dal governo sono usciti i sovranisti, a Vienna sostituiti dai Verdi.
Il declino del partito populista è stato in realtà una rovinosa caduta, innescata dallo scandalo di una trattiva con sedicenti oligarchi russi per ottenere sovvenzioni in cambio di favori, e confermata poi dalle elezioni anticipate.
E’ la prima volta che in Austria vanno il governo i verdi e questo, secondo molti osservatori, anticipa scenari che nel prossimo futuro potranno replicarsi altrove, a cominciare dalla Germania, dove i Grüne hanno tagliato il traguardo del 20%, superando i socialdemocratici e avvicinandosi ai popolari. In Francia i Verdi sono il terzo partito. Sono il primo partito a Dublino e il secondo a Bruxelles, sono al governo in Finlandia, hanno raddoppiato i seggi in Olanda, sono sopra il 10% in Spagna. Nel parlamento europeo sono passati di 51 a 74 deputati. Hanno una classe dirigente giovane e istruita, e un peso politico destinato ad aumentare con il diffondersi della cultura ambientalista. Non hanno paura della politica e dei compromessi.
In Austria il negoziato con i popolari è durato tre mesi e ha prodotto un programma di 200 pagine. Sono forse il fenomeno più interessante di una stagione che in tutta Europa sembrava consacrata ai trionfi del nazionalismo populista, che per la cronaca ieri ha perso anche le presidenziali in Croazia.

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