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direttore Paolo Pagliaro

Sulle tracce della Preistoria
nel cuore delle Dolomiti

A che punto è la ricerca archeologica in Trentino? Ne dà puntuale resoconto “AdA Archeologia delle Alpi 2017-2019”, quinto volume della rivista “Archeologia delle Alpi”. La pubblicazione, edita dall’Ufficio beni archeologici della Soprintendenza per i beni culturali della Provincia autonoma di Trento, a cura di Franco Nicolis e Roberta Oberosler, presenta le ultime novità in tema di indagini archeologiche condotte sul territorio provinciale. Il volume è idealmente dedicato a Gianni Ciurletti, già soprintendente per i Beni archeologici del Trentino, recentemente scomparso, al quale è stato tributato omaggio con il numero dello scorso anno “AdA. Studi in onore di Gianni Ciurletti”. La preistoria occupa una parte importante del volume con il ritrovamento di una nuova sepoltura risalente all’età del Rame a Nogarole di Mezzolombardo in Valle dell’Adige. Come l’uomo frequentasse le terre alte anche nell’antichità è testimoniato dal riparo di Sass di Conca, nel Comune di Pelugo in Val Rendena, posto a 2100 metri di altitudine, dove sono state documentate tracce di frequentazione sporadica collocabili tra la fine dell’età del Bronzo e l’età del Ferro. Sulla cresta della Mendola, a cavallo tra Trentino e Alto Adige, lo scavo archeologico sul Monte Campana/Glockenbühel ha messo in luce un rogo votivo di alta quota che costituisce un punto di collegamento tra la Val di Non con il Monte Ozol, la Valle dell’Adige e la Val d’Isarco con i roghi votivi alpini dell’età del Bronzo del Monte Rocca/Schwarzhorn e dello Sciliar/Schlern. La diffusione dell’attività metallurgica, ampiamente praticata nelle zone alpine in epoca antica, è documentata nello scavo condotto nella chiesa dei SS. Fabiano e Sebastiano a Selva di Levico. Anche il sottosuolo della chiesa di Santa Maria Assunta a Smarano, in Val di Non, ha restituito tracce di strutture insediative di età romana e di un più antico contesto cultuale databile all’età del Ferro. Proviene da Piedicastello, ai piedi del Dos Trento, un frammento di fregio marmoreo di epoca tardoantica/altomedievale che costituisce un ulteriore elemento architettonico decorato a riprova del carattere monumentale della Trento romana. Trentuno le monete romaneimperiali, recuperate in località Scalette a Mezzocorona e riconducibili ai soldati provenienti dalle parti orientali dell’Impero romano. (red – 15 gen)

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