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direttore Paolo Pagliaro

2019, cosa ha fatto
l’Europa per l’Italia

di Paolo Pagliaro

(31 gennaio 2020) L’Italia è il paese che anche l’anno scorso ha più beneficiato dei finanziamenti della Banca europea per gli investimenti, il braccio finanziario dell’Unione. Sono arrivati al nostro Paese circa 11 dei 63 miliardi di euro erogati. A questi vanno aggiunti altri 11 miliardi del cosiddetto piano Juncker, per un totale di 22 miliardi e 200 milioni. L’elenco dei progetti finanziati è lungo e si apre con il miliardo e 200 milioni destinati alla ristrutturazione degli edifici scolastici. 300 milioni sono andati alla protezione civile, altri 300 sono serviti a migliorare la rete idrica e a ridurre la dispersione dell’acqua. Con 25 milioni sono state installate alcune migliaia di colonnine per la ricarica dei veicoli elettrici. 68 milioni sono serviti a Napoli per sostituire i treni della Circumvesuviana, 60 a Venezia per sostituire i vaporetti, 65 a Ravenna e 39 a Trieste per ammodernare i rispettivi porti. 400 milioni sono andati a giovani che hanno avviato un’impresa agricola. 15 milioni hanno finanziato a Milano attività di ricerca nelle terapie geniche anti-cancro e altri 15 in Campania sono andati a start-up della Fondazione Telethon per la diagnosi e cura di malattie rare. Sono solo alcuni esempi delle 143 operazioni finanziate in Italia dalle Bei e di cui hanno beneficiato migliaia di aziende e milioni di cittadini.  Ha avuto un impatto analogo anche il piano Juncker, che tra il 2015 e il 2019 ha attivato 458 miliardi di finanziamenti, di cui 70 in Italia.  Questi dati, forniti ieri in Lussemburgo dai banchieri della Bei, sono un piccolo promemoria da utilizzare come antidoto contro la retorica dell’Europa matrigna. 

 

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