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direttore Paolo Pagliaro

Arriva al Sistina ‘The Full Monty’ di Piparo

Teatro
Dai palchi più prestigiosi agli spettacoli di provincia, lo "Speciale teatro" presenta ogni settimana le novità in cartellone in giro per l'Italia. Tra classici della commedia e della tragedia, opere, One man show, cabaret e "prime", le rappresentazioni teatrali vengono anticipate attraverso una descrizione sintetica dello spettacolo, della sua scenografia e dei suoi autori e interpreti, oltre a un piccolo vademecum con le date e gli orari.

Arriva al Sistina ‘The Full Monty’ di Piparo

 

ARRIVA AL SISTINA “THE FULL MONTY" DI PIPARO

 

Con un successo già consolidato, 70 mila spettatori in poco più di 3 mesi di repliche, arriva a Roma tutta l’energia di “The Full Monty”, la divertentissima commedia musicale firmata da Massimo Romeo Piparo, con un cast e un'edizione completamente rinnovati. Prodotto dalla PeepArrow Entertainment, lo spettacolo resterà in scena al Teatro Sistina per circa un mese (fino a domenica 8 marzo) prima di proseguire in Tour nei principali teatri italiani, fino a marzo 2020. “Quando nel 1997 uscì il film The Full Monty, veniva stigmatizzata attraverso la commedia una piaga della società di quell’epoca: la grande trasformazione dell’economia industriale con una conseguente perdita di milioni di posti di lavoro in tutta Europa. La disoccupazione sembrava un fulmine a ciel sereno con cui iniziare a fare i conti. Ebbene riproporre ancora oggi questo titolo ha il sapore amaro della presa d’atto che questi conti non sono ancora chiusi!” -spiega Massimo Romeo Piparo, regista, produttore e autore dell’adattamento italiano- “La incredibile attualità di questo testo fa sentire forte la sua voce ancora nel 2019 e forse ancora di più di allora. Il lavoro E’ il tema dei temi. La disoccupazione ha trasformato il nostro Paese come l’intera Europa. Ed ecco che il Musical, genere di intrattenimento popolare per eccellenza, corre a ricoprire il proprio ruolo di “specchio della realtà” proponendo due ore e mezza di puro divertimento lascando riflettere lo spettatore su come a volte basti un’idea, una semplice idea, qualunque essa sia, per dare una svolta alla propria vita. Credendo però in sé stessi. Ecco, se c’è un motivo per non perdere questa commedia ricca di sfumature è proprio la carica esplosiva di autostima e incitazione a reagire che trasmette. Nei panni degli intraprendenti disoccupati che si improvvisano spogliarellisti per necessità, un cast di grande talento: le star indiscusse del musical italiano degli ultimi anni, Paolo Conticini e Luca Ward, che con la loro verve hanno entusiasmato le centinaia di migliaia di spettatori del musical dei record “Mamma Mia!”, Gianni Fantoni, già protagonista nell’edizione del 2013, Jonis Bascir e Nicolas Vaporidis, quest’ultimo al suo debutto assoluto nel Musical. Sul palcoscenico oltre 30 artisti, per dare anima e corpo a questo gruppo di dinamici operai rimasti senza lavoro ma non senza idee. Tra loro, importanti attori della commedia musicale italiana, Sebastiano Vinci, Laura Di Mauro, Elisabetta Tulli e Valentina Gullace, i giovanissimi Christian Roberto e Tancredi Di Marco, cresciuti nella “scuderia” del Sistina e già protagonisti dell’indimenticabile Billy Elliot, e la partecipazione di Paila Pavese, che, oltre ad aver recitato al fianco di attori come Gigi Proietti e Vittorio Gassman, ha prestato la propria voce a celebri personaggi di cartoni animati e film d’animazione, tra tutti Anastasia e Jessica Rabbit. Il Musical, tratto dall’omonimo film inglese campione d’incassi del 1997, è stato scritto da Terrence McNally e musicato da David Yazbeck, per la regia e l'adattamento italiano di Piparo, racconta una bellissima storia di riscatto sociale: al centro della commedia la vicenda di Giorgio, Aldo, Davide, “Cavallo”, Marcello e Davide, un gruppo di disoccupati che, per sbarcare il lunario, decidono di diventare spogliarellisti pur non avendo alcuna esperienza nel “settore”. Per la prima volta nella storia di questo titolo, la vicenda è stata spostata dalla Sheffield del film e la Buffalo del Musical, all’italiana Torino, che dopo aver attirato con le sue grandi industrie persone da ogni angolo d’Italia nell’età dell’oro dell’occupazione, adesso fa i conti con la crisi economica e la fine di un’epoca. Con una vita e un salario completamente da reinventare, i 6 operai si rimboccheranno le maniche riuscendo con coraggio e un pizzico di incoscienza a dare una svolta alle loro vite: nonostante la timidezza, il senso di inadeguatezza e le iniziali difficoltà, non solo lo striptease non avrà più segreti, ma riusciranno a conoscere più a fondo se stessi e a ritrovare i valori dell’amicizia e della solidarietà. Le scenografie di “The Full Monty” sono di Teresa Caruso, la direzione musicale di Emanuele Friello, i costumi di Cecilia Betona, le coreografie di Roberto Croce, le luci di Umile Vainieri, il suono di Davide Zezza.

  (red)

 

 “NEANCHE IL TEMPO DI PIACERSI”, IL NUOVO SPETTACOLO DI MARCO FALAGUASTA

“Neanche il tempo di piacersi” è il nuovo spettacolo interpretato da Marco Falaguasta e scritto da Tiziana Foschi, da Alessandro Mancini e dallo stesso Falaguasta, per la regia di Tiziana Foschi, che debutterà a Roma mercoledì 19 febbraio alle  21 al teatro della Cometa (teatro della Cometa di Roma -via del Teatro Marcello, 4), dopo aver riscosso un incredibile successo di pubblico e di critica in altre città italiane, prodotto da Nicola Canonico per la Good Mood. Un monologo, una stand-up comedy, interpretato da Marco Falaguasta, attore romano di cinema e teatro, protagonista di molte serie tv di successo Rai e Mediaset come “Il restauratore 1 e 2”, «Distretto di polizia», fino all’ultima «L’amore strappato», e di soap tv come «Incantesimo» e «CentoVetrine», ma anche regista, scrittore. Si cimenta oggi con le modalità dello storytelling in una satira divertente ed impietosa della nostra società, dei nostri costumi e dei rinnovati linguaggi, dai quali noi “adulti” siamo sempre più spesso tagliati fuori. Ne esce un racconto divertente e arguto che diventa cronaca dei nostri tempi, nel quale ognuno di noi si riconosce. «Tutto è nato dalla mia esperienza di genitore — racconta Falaguasta —. Pur vivendo e lavorando su parole e relazioni, mi sono scoperto jurassico e anacronistico nella relazione con i miei figli e il loro mondo. E sempre più spesso, invece di provare a comprendere i loro codici, mi scopro a giudicare i ragazzi e ad attribuire a loro la colpa delle nostre difficoltà d’interazione.” “Marco approda senza più indugiare nella stand-up comedy. – afferma la regista Tiziana Foschi -L’attore è per l’appunto in piedi sul palco e parla direttamente al pubblico abbattendo la consacrata quarta parete. In “neanche il tempo di piacersi” abbiamo voluto dare un’ambientazione e un tappeto narrativo tra le riflessioni e la satira sociale.  C’è, in questo spettacolo, ancora un gusto per la teatralità e l’effetto scenico. Chi l’ha detto poi che la commedia si fa solo in un modo e la stand-up comedy solo in un altro? Marco non rinuncia alla sua formazione e affronta in modo del tutto personale lo stare sul palco. Si ride molto se posso tranquillizzare gli amanti del puro divago, e ci sono momenti teneri dove Marco mette a nudo tutta la sua fragilità e un sentirsi spesso inadeguato. Sono cinque anni che lavoro con questo artista: paziente e creativo, che mette con grande fiducia nelle mie mani l’immagine del suo modo di comunicare, dimostrando una grande sensibilità tutta al femminile, direi inaspettata”. (red)

 

BOLOGNA, MARIA AMELIA MONTI IN ‘MISS MARPLE - GIOCHI DI PRESTIGIO’

Ultime poltrone disponibili per ‘Miss Marple – Giochi di prestigio’, lo spettacolo con Maria Amelia Monti, nei panni della celeberrima detective nata dalla penna di Agatha Christie, in calendario dal 14 al 16 febbraio al Teatro Duse di Bologna (via Cartoleria 42, venerdì e sabato alle ore 21, domenica alle 16). Alla regia c’è Pierpaolo Sepe, mentre Edoardo Erba firma l’adattamento teatrale di questa prima messa in scena in Italia. Sul palco, dunque, una commedia noir contemporanea, ricca di suspense, humor e colpi di scena, che lascia intatto l'inconfondibile spirito del giallo di Agatha Christie. Siamo alla fine degli anni Quaranta, in una tetra villa vittoriana della nebbiosa campagna inglese. Miss Marple è andata a trovare la sua vecchia amica Caroline, filantropa che vive lì con il terzo marito, Lewis, e vari figli e figliastri dei matrimoni precedenti. Di questa famiglia allargata fa parte anche uno strano giovane, Edgard, che aiuta Lewis a dirigere le attività filantropiche. Il gruppo è attraversato da malumori e odi sotterranei, di cui Miss Marple si accorge immediatamente. Durante un tranquillo dopocena, improvvisamente Edgard perde i nervi: pistola in pugno minaccia Lewis e lo costringe a entrare nel suo studio. Il delitto avviene sotto gli occhi terrorizzati di tutti. Eppure, quello che è successo non è ciò che tutti credono di aver visto; le cose non sono come sembrano. Il pubblico è stato distratto da qualcosa che ha permesso all'assassino di agire indisturbato. Come a teatro, come in un gioco di prestigio. Nell’attesa che arrivi la polizia arrivi, toccherà a Miss Marple, con la sua semplicità, svelare l’inganno che si cela dietro a due omicidi all’apparenza perfetti. “I lavori di Agatha Christie non sono certo una novità per Edoardo Erba, traduttore italiano dei suoi testi teatrali e autore del nostro adattamento, – spiega il regista Pierpaolo Sepe - ma solo con l’apporto di un’attrice del calibro di Maria Amelia Monti è stato possibile immaginare di portare per la prima volta sul palcoscenico la sua detective più famosa”. “Ho lasciato Maria Amelia libera di inventare la ‘sua’ Miss Marple, e quel che ne è risultato è un personaggio molto diverso dalla placida vecchina di campagna che siamo soliti vedere” prosegue il regista, che aggiunge “questa Marple assomiglia molto di più a quella dei primi romanzi della Christie; più dispettosa, rustica e imprevedibile, ma sempre dotata di quella logica affilata che le permette di arrivare al cuore delle vicende, sbrogliare la matassa e ritrovare il filo della verità”. Miss Marple, conclude Sepe, “sottolinea con ironia e leggerezza le ridicole passioni da cui nessuno è immune, restituendoci con sfrontata franchezza la natura umana per quella che è, senza lasciarsi abbindolare dalle maschere che quotidianamente indossiamo per celarla agli occhi degli altri”.

 

ROMA, FRANCESCA BENEDETTI AL TEATRO BASILICA CON BACK TO BECKETT

Francesca Benedetti sarà in scena al Teatro Basilica di Roma (Piazza Porta S. Giovanni, 10) dal 18 al 23 febbraio, con la lettura-spettacolo dal titolo Back To Beckett (Molloy - Malone muore - L'innominabile), drammaturgia di Francesco Tozzi, regia di Marco Carniti; e con Dario Guidi.  “Beckett è Storia.  Beckett è rivoluzione. Beckett é pensiero sintetico, scrittura asciutta, riflessiva e disegna ancora oggi, profondi solchi nella sabbia del nostro ‘capire’, ridefinendo la posizione dell’uomo in rapporto allo spazio e al tempo. Sposta l’obbiettivo all’interno di noi. Nessuno escluso - spiega Carniti -Grazie all’ incontro con il drammaturgo Francesco Tozzi abbiamo potuto creare un percorso che attraversa i tre romanzi (Malone Muore, Molloy, Innominabile) alternato a frammenti dal TEATRO.  Un monologo che fa protagonista la voce stessa dell’autore nel suo percorso di scrittura. Uno studio che dimostra come la parola in Beckett romanziere mantiene sempre una forza e una vitalità teatrale. L’incontro Beckett/Benedetti é un corto circuito, un binomio potente come Beckett esige. Come una Winnie dei ‘Giorni Felici’ fatta uomo, imprigionato nel suo destino, ripercorre con ironica allucinazione la linea poetica ed esistenziale della scrittura beckettiana. Un Beckett disperato e divertente che con un turbine di parole ci travolge per poi lanciarci nello spazio oltre il tempo dove tutto é possibile. Impone l ‘azione contro l’inerzia dell’uomo che di fronte al destino, perduto, non coglie gli stimoli che la vita offre. Un testo spirituale e poetico che un’incandescente Beckett/Benedetti evoca come un urlo di urgenza alla vita.  Una sfida per l’uomo di esistere ad ogni costo.  Il supporto di Dario Guidi e delle atmosfere sonore di David Barittoni rinchiudono l’attore in un labirinto spaziale e sonoro da rituale dantesco”. (red)

 

ROMA, SPAZIO DIAMANTE: “TEBAS LAND” DI SERGIO BLANCO

Arriva a Roma, a Spazio Diamante dal 20 febbraio al 1° marzo (dal giovedì alla domenica), lo spettacolo Tebas Land di Sergio Blanco, traduzione, scene, costumi e regia di Angelo Savelli. Protagonisti: Ciro Masella e Samuele Picchi. Lo spettacolo – molto atteso - è una produzione di Pupi e Fresedde-Teatro di Rifredi Centro di Produzione Teatrale Firenze, vincitori del Premio Ubu Speciale 2019, “Per l'intenso lavoro di traduzione, allestimento e promozione della nuova drammaturgia internazionale”. Lo spettacolo ha il patrocinio dell’Ambasciata dell'Uruguay in Italia. “Tebas Land” è un’opera del drammaturgo franco-uruguaiano Sergio Blanco, uno dei più originali e innovativi drammaturghi apparsi recentemente sulla scena internazionale. Il premio UBU Angelo Savelli ha curato la traduzione, per la prima volta in italiano di un testo di Blanco, la regia, le scene e i costumi di questa nuova produzione di Pupi e Fresedde-Teatro di Rifredi che vede protagonisti Ciro Masella e Samuele Picchi. Sergio Blanco ha scritto “Tebas Land” ispirandosi al leggendario mito di Edipo, alla vita del martire San Martino e a un fatto di cronaca giudiziaria, immaginato dallo stesso Blanco, il cui protagonista è un giovane parricida di nome Martino. A partire da una serie di colloqui, che si svolgono nel recinto di un campetto di basket di una prigione, tra il giovane parricida e il drammaturgo che vorrebbe portare in scena la sua storia, “Tebas Land” a poco a poco si allontana dalla ricostruzione documentaristica del crimine, per soffermarsi (come in “A sangue freddo” di Truman Capote) sulla relazione che si instaura tra lo scrittore e il detenuto e sulla possibilità, e i rischi, di trasporre la realtà in una creazione artistica. Il testo fonde l’emozione, la poesia e la passionalità del racconto di una terribile tragedia familiare con la lucidità e l’astrazione di una acuta riflessione sul linguaggio e la comunicazione teatrale, dove lo spettacolo viene montato e smontato in diretta sotto gli occhi del pubblico in un affascinante gioco di scatole cinesi. “Ho sentito l’urgenza di mettere in scena Tebas Land – dichiara Angelo Savelli - perché l’ho trovato intelligente, spiazzante, autoironico, colto, commovente, violento, popolare, delicato e molto altro…sono certo che anche gli spettatori non resteranno indifferenti al fascino di questo testo”. (red)

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