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Referendum, Cgie: No al taglio dei parlamentari all'estero

La riduzione del numero dei parlamentari eletti all'estero "non tiene conto dell'aumento della presenza degli italiani all'estero": ecco perché nella riforma costituzionale "sarebbe stato utile mantenere il numero" di deputati e senatori eletti fuori i confini nazionali. Lo ribadisce Michele Schiavone, segretario generale del Consiglio generale degli italiani all'estero, in conferenza stampa al termine dei lavori del Comitato di presidenza, che si sono svolti dal 17 al 19 febbraio alla Farnesina. La presenza della rappresentanza italiana nel mondo risulterebbe così "soffocata - afferma Schiavone - e i risultati che produrrebbe darebbero una rappresentazione caricaturale, soprattutto al Senato". "Abbiamo sollecitato i nostri connazionali a respingere il quesito perché vediamo delle incongruenze", prosegue Schiavone ricordando che con la riforma costituzionale i parlamentari eletti all'estero passerebbero dagli attuali 18 a 12. Il Cgie, sottolinea Schiavone, "chiama tutti a una partecipazione massiccia per esprimere le proprie convinzioni" e nel caso dovesse essere confermata la riduzione dei parlamentari eletti all'estero chiederà "il riequilibrio della rappresentanza in altre forme" e che "ci sia una rappresentanza chiara". Altro tema sul tavolo del Cgie, le elezioni dei Comites che avrebbero dovuto tenersi quest’anno ma che proprio a causa del referendum del 29 marzo, sono state rinviate al 2021: il sovrapporsi degli appuntamenti elettorali, infatti, “non avrebbe permesso alla rete diplomatico-consolare di rispondere efficacemente alle nostre esigenze”.

Il rinvio del voto per rinnovare i Comites apre un capitolo più ampio, quello della riforma degli organismi di rappresentanza. "Dal 2017 ragioniamo sulla riforma delle leggi che riguardano i Comites e il Cgie. Una riforma voluta dal Governo, che per diverse ragioni è stata bloccata e di cui noi continuiamo a chiederne il dibattimento in Parlamento", continua il segretario generale del Cgie. "Negli ultimi 20 anni - sottolinea ancora Schiavone - si è modificata la presenza degli italiani all'estero. Sono cambiati i numeri e il modo in cui siamo presenti nel mondo". Il Cgie quindi "si augura di portare a compimento entro la fine dell'anno la riforma degli organismi di rappresentanza". Uno degli ordini del giorno del Comitato di presidenza è stata la conferenza Stato-Regioni-Province autonome-Cgie, che si terrà dal 1° al 3 aprile. "Un appuntamento importante - ribadisce Schiavone - al quale il Cgie ha dedicato l'intero lavoro della consiliatura". Con la conferenza c'è la "possibilità, anche attraverso un lavoro preparatorio, di rilanciare la politica del nostro Paese per rispondere e promuovere risposte alle esigenze del fenomeno migratorio di oggi". L’Italia, infatti, secondo il segretario generale del Cgie, “ha bisogno di rispondere con politiche attive alla desertificazione di aree del territorio italiano da dove partono famiglie intere, e non solo giovani". "Il fenomeno migratorio è uguale ovunque, sia per chi parte dal continente africano, sia per chi parte dall'Europa o dall'Asia", conclude Schiavone sottolineando la necessità di "intervenire con strumenti nuovi che tengono in considerazione la digitalizzazione dei servizi e le nuove tecniche di comunicazione che permetterebbero all'Italia di essere uno dei Paesi di riferimento". (sip – 19 feb)


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