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direttore Paolo Pagliaro

Ecco un tunnel
che servirebbe

di Paolo Pagliaro

(19 febbraio 2020) Il 70% dell’export italiano passa attraverso le Alpi e la maggior parte attraversa il Brennero, dove transitano ogni anno due milioni e mezzo di Tir. E’ un flusso continuo di merci e automezzi, che percorrono il Tirolo austriaco per raggiungere la Germania o fanno il percorso inverso per soddisfare il fabbisogno italiano.
Da oltre vent’anni gli ambientalisti tirolesi protestano contro il continuo aumento del traffico pesante, in effetti stridente con il paesaggio alpino e il suo silenzio. La novità è che da due mesi sono entrate in vigore misure draconiane di contenimento del danno, con una serie di divieti tra cui quelli di transito notturno, di circolazione nei sabati, di uscita dall’autostrada per fare rifornimento. Non possono circolare i tir che trasportano carta e cartone; prodotti a base d’oli minerali fluidi; cemento, calce e gesso; tubi e profilati; cereali. Ma anche rifiuti; pietre, terre, materiali di risulta e detriti; legname in tronchi, sughero; minerali ferrosi e non ferrosi; marmo e travertino; piastrelle in ceramica. Per l’export italiano, un disastro.
L’interscambio commerciale tra l’Italia e i Paesi del Corridoio Scandivano-Mediterraneo, di cui l’asse del Brennero è un segmento fondamentale, supera i 200 miliardi di euro l’anno.
C’è grande attivismo sul fronte politico. La ministra De Micheli ha incontrato la commissaria europea ai trasporti, e ci si aspetta un’iniziativa di Bruxelles nei confronti dell’Austria, che i suoi Tir li fa invece circolare senza limitazioni. Tutti, poi, sperano che il problema sia risolto prima o poi dal tunnel ferroviario del Brennero, che però non sarà ultimato prima del 2028. A differenza della Tav Torino-Lione, difficilmente di questo si potrà dire che non serve.

(© 9Colonne - citare la fonte)