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Unione Europea
l’Italia tra i poveri

Unione Europea <br> l’Italia tra i poveri

di Paolo Pagliaro

(20 febbraio 2020) Da oggi l’Unione europea discute di quante risorse avrà a disposizione dal 2021 al 2027 per realizzare le principali politiche comuni. La proposta è che ogni stato conferisca all’Unione una quota di poco superiore all’1% del proprio Pil, per un totale di 1.095 miliardi di euro. C’è chi – come Macron – vorrebbe un bilancio più ambizioso mentre altri – come Merkel - sono decisi a non oltrepassare la soglia dell’1%. Ma ci sono molti contrasti sia sulla suddivisione degli oneri, che non è così automatica, sia sull’utilizzo delle risorse.

L’ultima volta il negoziato sul bilancio settennale durò due anni e mezzo, Questa volta la trattativa non sarà meno complicata, anche perché – fa notare Gianni Bonvicini, dell’Istituto Affari Internazionali - sono in gioco non solo gli interessi interni dell’Unione, ma anche il suo ruolo di attore geopolitico mondiale, come richiesto e sottolineato ripetutamente da Ursula von der Leyen. Sarebbe davvero un miracolo se i leader dei 27 riuscissero a guardare oltre il loro contingente interesse nazionale.

L’economia italiana è tra quelle messe peggio in Europa e questo paradossalmente ci aiuterà a risparmiare, perché il contributo si paga appunto in percentuale sul pil. Inoltre, non si dovrà più versare il rimborso ai britannici (noto come “rebate”), forma di compensazione per la partecipazione alla cassa comune. In questo caso il risparmio previsto è di circa un miliardo di euro l’anno.

Infine, avremo più risorse per le politiche di coesione, come i paesi più poveri: Grecia, Bulgaria, Romania, Cipro. Ma ovviamente è un privilegio di cui faremmo volentieri a meno.

 

 

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