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Coronavirus, l’ex comandante del Ris Garofano: fare di più o finirà male

Coronavirus, l’ex comandante del Ris Garofano: fare di più o finirà male

 Intervistato da 9 Colonne, l’ex comandante del Ris di Parma, Luciano Garofano, fa il punto sull’emergenza Coronavirus sottolineando di parlare in vesto di biologo. Quella attuale, spiega “è una situazione che preoccupa tutti. Si tratta di un’emergenza difficile da gestire ma bisognerebbe fare qualcosa di più, soprattutto per il problema del contagio in quanto il tema fondamentale di questo virus è l’alta contagiosità. Elevatissima. Poi si può anche guarire, ma molti non guariscono, anche perché purtroppo gli ospedali, che hanno fatto il possibile, sono saturi”.

Garofano sottolinea l’importanza dell’autoprotezione: “Io stesso ho visto tantissimi lavoratori che ci stanno dando un servizio importantissimo alle poste, al supermercato, sugli autobus e così via, lavorare senza mascherine e senza guanti, in quanto totalmente sprovvisti di presidi, per non parlare della medesima condizione in cui versano in tanti tra il personale medico e di soccorso. Ma in questo modo sono persone senza protezione, che diventano dei veicoli pericolosi di contagio, perché si contagiano a loro volta. Inoltre, sappiamo da uno studio pubblicato su Science che il contagio è dovuto quasi per l’80% a persone asintomatiche: sono queste che dobbiamo individuare facendo dei tamponi ‘titolando’ gli anticorpi, cioè vedendo effettivamente qual è lo stato di immunità dei pazienti e dei cittadini”.

L’ex comandante dei Ris ribadisce con forza che in questa situazione “Dobbiamo cercare di stare a casa assolutamente e non tutti lo stiamo facendo perché dal controllo della rete telefonica circa il 60% delle persone sono ancora in giro, quindi le persone non rispettano la direttiva. Tra queste però ci sono persone negative e se ne stanno a casa ma quelle che non lo sanno e sono asintomatiche noi le dobbioamp scoprire perché diventano delle schegge impazzite che contagiano tutti gli altri. Ripeto: un studio di Science ha dimostrato che il contagio dipende per l’80% da persone apparentemente sane che non hanno sintomi. Allora la preghiera che faccio ai nostri governanti è innanzitutto si approvvigionare le mascherine e i presidi per tutti e non credo che non ne abbiamo le potenzialità. Siamo la settima potenza del mondo e non siamo in grado di andare in Cina, se le fanno lì, e prendere tutti i milioni di mascherine che ci servono? Non lo posso credere. Inoltre dobbiamo organizzarci per di fare abbastanza tamponi da censire gran parte della popolazione: solo così potremo cominciare a uscire fuori dall’emergenza, altrimenti andremo allo sbaraglio”.

Allo stato, infatti “il problema è che si ammali seriamente non hai tante possibilità di venirne fuori perché siccome le risorse non ci sono ti dicono di stare a casa e se ti è andata bene ti dicono che hai l’influenza, se ti è andata male in quattro giorni sviluppi una polmonite interstiziale e non c’è più possibilità di tornare indietro. Allora anche da questo punto di vista mascherine e tamponi comincerebbero a farci capire qual è il perimetro di questa epidemia e gestirla. Intanto, però, vedo una serie di numeri tragici”.

Per quanto riguarda il dibattito ormai costante sulla “distanza di sicurezza”, Garofano dice senza giri di parole che al riguardo conoscenze esatte “non ce le abbiamo”. “Non sappiamo effettivamente il contagio come può avvenire: sulle superfici? Soltanto con le goccioline? Non lo so, di certo però c’è l’elevatissima contagiosità che c’impone di proteggerci. Il problema è che molti non lo fanno, come mi è capitato di constatare al supermercato, dove di recente ho chiesto a una persona perché evitasse di proteggersi. “Perché non ho trovato le mascherine”, mi ha detto. Di fronte a una simile risposta, che altro si può dire? (18 mar - Cristina Brondoni)


 


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