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FOSSE ARDEATINE,
RICORDO IN QUARANTENA

FOSSE ARDEATINE,  <BR> RICORDO IN QUARANTENA

È il 23 marzo del 1944: manca un quarto d’ora alle 16 quando il partigiano Rosario Bentivegna accende la miccia e si allontana. La bomba esplode a metà della colonna tedesca in marcia su Via Rasella, mentre altri tre partigiani attaccano il fondo della colonna lanciando bombe a mano. Restano uccisi 33 soldati tedeschi. Il comando nazista, per rappresaglia, ordina la fucilazione di 10 italiani per ogni tedesco ucciso. Il 24 marzo 1944 i tedeschi, guidati da Herbert Kappler, comandante della polizia tedesca a Roma, trasportano in una cava di tufo situata tra le catacombe di Domitilla e di San Callisto sulla via Ardeatina 335 fra detenuti politici civili e militari, ebrei o semplici sospetti.  E' un massacro, che avviene a 23 ore dall’attentato e viene reso noto solo a esecuzione avvenuta.

 

MATTARELLA. Il 76esimo anniversario del massacro delle Fosse Ardeatine cade in un momento molto difficile per il nostro Paese, nel pieno dell’emergenza Coronavirus:   “Quest’anno, con grande rammarico, non sarà possibile incontrarsi, nel giorno del 76° anniversario, al Mausoleo delle Fosse Ardeatine per ascoltare, insieme alle loro famiglie e con sempre uguale commozione, i nomi dei martiri. Desidero, con la medesima intensità manifestata nella cerimonia annuale, esprimere loro affetto, vicinanza e ricordo”  afferma il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. “L’eccidio delle Ardeatine – aggiunge - ha costituito una delle pagine più dolorose della storia recente del nostro Paese. I valori del rispetto della vita e della solidarietà che ci sorreggono in questo periodo, segnato da una grave emergenza sanitaria, rafforzano il dovere di rendere omaggio a quei morti innocenti. Eventi così atroci, frutto della volontà di sopraffazione e del razzismo, continuano a richiamarci ai valori fondamentali della memoria, della pace, della solidarietà. La libertà e la democrazia sono state conquistate con il sangue di molti per evitare che ne fosse sparso ancora in futuro. Al termine di quegli anni terribili, segnati dalla dittatura e dalla guerra, l’unità del popolo italiano consentì la rinascita morale, civile, economica, sociale della nostra Nazione. La stessa unità che ci è richiesta, oggi, in un momento difficile per l’intera comunità”.

CASELLATI E FICO. "L'eccidio delle Fosse Ardeatine rappresenta ancora oggi una delle ferite più dolorose della nostra storia e di tutta la Seconda Guerra Mondiale. La grave emergenza sanitaria in atto nel Paese non consente quest’anno alcuna commemorazione, ma il dovere e il valore della memoria restano immutati” ha dichiarato il presidente del Senato Elisabetta Casellati, mentre il presidente della Camera Roberto Fico sottolinea: “L’eccidio delle Fosse Ardeatine è una delle pagine più dolorose della nostra storia recente. Il 24 marzo 1944 trecentotrentacinque persone inermi furono fucilate senza pietà dai tedeschi, con l’ausilio delle forze di polizia fasciste per rappresaglia contro un attentato partigiano in via Rasella: uno scempio disumano che ha lasciato una profonda ferita nella memoria collettiva del nostro Paese. Dobbiamo ricordare sempre quella barbarie, quale monito costante a tenere sempre alta l’attenzione contro ogni rigurgito di razzismo, di intolleranza, di odio e di discriminazione, radice comune dei crimini più efferati contro l’umanità”.  (Roc – 24 mar)

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