(25 marzo 2020) In questi giorni di emergenza torna alla mente il Decameron, raccolta di cento novelle scritte da Giovanni Boccaccio tra il 1349 e il 1351. Le novelle vengono raccontate da sette donne e tre ragazzi, rifugiatisi nella campagna fiorentina per sfuggire dalla pestilenza che imperversava in città nel 1348. Queste novelle sono un mezzo per occupare un tempo nuovo, sospeso e diverso, ma anche un veicolo di speranza, salvezza e libertà. L’Istituto Italiano di Cultura di Stoccolma invita scrittori, giornalisti, artisti, designer, architetti, curatori, intellettuali, e non solo, a raccontare questi giorni in cui il mondo rallenta e anche l’Istituto è chiamato a sospendere le proprie attività. Ciascuno è invitato a raccontare questi giorni, ciascuno a modo proprio, attraverso i propri "strumenti" del mestiere, i propri linguaggi. L'obiettivo è stimolare empatia internazionale e lanciare un messaggio inclusivo, emozionale, basato su un comune senso di appartenenza. Allo stesso tempo, si intende diffondere il messaggio "positivo" di un Paese che, nonostante le difficoltà del momento legate alla diffusione del Coronavirus, mantiene la sua forza vitale e creativa, continuando a produrre e a diffondere cultura. È possibile seguire tutti i contributi attraverso le pagine social (Facebook, Twitter e Instagram) dell’Istituto di cultura.
(© 9Colonne - citare la fonte)