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direttore Paolo Pagliaro

IL CINISMO DI TRUMP
E LA FRANCIA IN TRINCEA

IL CINISMO DI TRUMP <BR> E LA FRANCIA IN TRINCEA

Più di 722 mila positivi al Coronavirus recensiti nel mondo. È l’ultimo dato disponibile sulla propagazione della pandemia che si sta ogni giorno di più espandendo su scala planetaria. Nelle ultime ore, il presidente americano Donald Trump è arrivato a ragionare in termini che fino a qualche settimana fa sarebbero sembrati fantapolitica: se gli Usa centreranno l’obiettivo di contenere entro i centomila morti le vittime da Covid-19 "avremo fatto un buon lavoro". Partecipando all’ormai consueta riunione con la task-force alla Casa Bianca per affrontare l’emergenza sanitaria - che negli States secondo il virologo Anthony Fauci potrebbe far registrare entro breve anche un milione di contagi - Trump ha aggiunto che "Il picco dei decessi per coronavirus si avrà entro due settimane", ma che al più tardi "il primo giugno saremo sulla via della ripresa". Attualmente gli Stati Uniti contano 2010 morti e più di 121 mila contagiati, ed è di gran lunga il primo paese come numero di persone infette dopo l’Italia, sulla soglia dei 98 mila positivi dall’inizio della pandemia, Cina (ormai fuori pericolo) e la martoriata Spagna, giunta oltre gli 80 mila contagiati e dove i morti si avvicinano alla quota di settemila unità. (SEGUE)

FRANCIA. Nessuna nazione può però dirsi immune da questa tragedia planetaria. Nella vicina Francia, ad esempio, l’ondata di piena del Coronavirus è nella sua fase crescente, quella che in Lombardia ha rischiato di portare, nei primi momenti dell’epidemia, gli ospedali al collasso. Le cronache che rimbalzano dai nosocomi parigini ricordano ormai tristemente quelle giunte dagli ospedali di Bergamo, Brescia e Milano. Terapie intensive verso la saturazione, personale sanitario in trincea per combattere un nemico contro il quale al momento non esistono armi davvero efficaci “e che non colpisce soltanto gli anziani” – come dichiara a France Info un’infermiera dell’ospedale Lariboisière. “Conosciamo davvero male questo virus. All’inizio, pensavamo che solo le persone di una certa età e fragili potessero esserne duramente colpite, ma adesso stiamo constatando che il Covid può aggredire chiunque, anche i giovani, e anche senza che abbiano mai avuto problemi di salute”. “Ho passato qui tutta la settimana – le fa eco un’interna della rianimazione – e sono terrorizzata. Seguo dei pazienti che sono davvero giovani e la cui situazione non sta evolvendo come avremmo sperato nonostante noi si stia facendo il massimo”.

ITALIA. Al momento in Francia le persone positive sono circa quarantamila e i decessi 2.606, numeri tragici ma inferiori a quelli registrati finora nel nostro Paese dove l’ultimo bollettino diramato ieri dalla protezione civile ha registrato 97.689 casi di positività dall’inizio dell’epidemia, in crescita del 5,6% rispetto a sabato (+ 5,217). Gli attualmente positivi sono 73.880 (+5,4%), i morti sono in totale 10.779, in crescita di 756 rispetto al 28 marzo (+7,5%), mentre i guariti sono aumentati di 646 (+5,2%) a quota 13.030. Sono 3.906 i malati ricoverati in terapia intensiva, 50 in più rispetto a sabato. Ed è proprio quest’ultimo dato che secondo gli esperti dovrebbe far ben sperare, soprattutto se confrontato al fatto che il giorno precedente erano stati 124. Un calo che potrebbe far pensare a una decelerazione della fase più grave dell’epidemia, a dimostrazione dell’efficacia delle misure di contenimento messe in atto su tutto il territorio nazionale. Su questo, del resto non si arresta il coro degli appelli da parte di virologi, medici e scienziati: l’arma che al momento può rivelarsi più efficace contro il Coronavirus resta quella del distanziamento sociale. Troppo lunga, ancora, la strada del vaccino, per sperare di uscirne senza una rigorosa applicazione delle norme di contenimento. Eppure, da quest’orecchio in troppi ancora sembrano non volersi sentire. A dimostrarlo, i numeri resi noti dal Viminale in merito ai controlli effettuato nella giornata di sabato dalle forze dell’ordine: ben 203.011 che hanno portato alla scoperta di ben 4.942 irregolari, ovvero persone che in barba a tutte le ordinanze se ne erano andate in giro senza alcun motivo, magari solo per approfittare della giornata di sole. Cosa ancora più grave, tra queste ne sono state identificate cinquanta positive alle quali era stato importo l’obbligo della quarantena domiciliare. Adesso, pende sulla loro testa il rischio di un processo per epidemia colposa.
Proprio questa mattina il premier Giuseppe Conte si confronterà con il comitato tecnico scientifico per preparare il nuove decreto da far entrare in vigore il 4 aprile. Un decreto, ormai è certo, che manterrà la decisione di tenere tutto chiuso, come ha confermato il ministro per gli Affari Regionali Francesco Boccia a Sky: “Penso che in questo momento parlare di riapertura sia inopportuno e irresponsabile. Tutti noi vogliamo tornare alla normalità, ma prima dobbiamo riaccendere un interruttore per volta”. (30 MAR / deg)

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