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SASSOLI: LA GERMANIA
DEVE FARE CHIAREZZA

“La recessione innescata dalla pandemia potrebbe comportare una contrazione del Pil dell'eurozona tra il 3% e il 10%, con conseguenze catastrofiche. Declinato sull'Italia, il cui Pil è circa 1.800 miliardi di euro l'anno, ogni mese di blocco delle attività produttive del Paese costa circa 160 miliardi. Con gli altri 26 Paesi – spiega in un’intervista al Corriere della Sera iI presidente del Parlamento europeo, David Sassoli - arriviamo a numeri enormi. Come rispondiamo a questo? Si tratta adesso di mettere a fuoco l'ultimo atto del primo pacchetto che è stato predisposto: la Bce, la Commissione e il Parlamento hanno detto con chiarezza che occorre una risposta comune e che i governi devono spendere tutti i soldi necessari per salvare la vita delle persone e l'economia. Per farlo è necessaria una garanzia sul debito prodotto spendendo le risorse necessarie. Vuoi utilizzare il Mes? Bene, allora devi modificarlo perché è stato pensato per crisi asimmetriche in cui un Paese in difficoltà chiedeva aiuto, mentre oggi siamo di fronte a una crisi simmetrica che ci colpisce tutti. Non ci possono essere condizionalità, il Mes potrebbe fungere da garanzia per i mercati finanziari, demandandone l'operatività tecnica a una istituzione come la Banca europea per gli investimenti. È una scelta, complessa ma non impossibile. L'altra possibilità sono gli eurobond o in qualunque modo vogliamo chiamarli: potrebbero essere utili perché danno la possibilità di raccogliere fondi sui mercati finanziari mutualizzando il rischio. Altra ipotesi, usare il bilancio pluriennale dell'Unione, per far leva sui fondi e fornirli agli Stati membri, ovviamente potenziandolo”. “Ogni strumento può essere utile: ciò che conta è metterci nella condizione di rispondere a questa sfida simmetrica con una garanzia comune”. Ha ragione Enrico Letta, quando definisce “irresponsabile” il comportamento di Germania e Olanda? “Penso che alcuni Paesi non abbiano ancora percepito il senso della catastrofe che incombe e non si rendano conto della gravità della situazione per le loro stesse economie. L'Olanda si avvantaggia molto del mercato unico, ma se questo dovesse crollare quale sarebbe il prezzo per i cittadini olandesi? Dal governo tedesco ci aspettiamo una parola di chiarezza. C'è un dibattito molto intenso nella Repubblica Federale e ci auguriamo che partorisca un'indicazione chiara. Anche perché a giugno la Germania assumerà la presidenza di turno dell'Ue, trovandosi nel vortice della crisi e con un bilancio pluriennale dell'Unione ancora aperto. Penso e spero che Berlino non vorrà rinunciare a un ruolo di guida e rafforzamento dell'Europa”. (30 MAR / red)

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