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direttore Paolo Pagliaro

ANCHE GLI STATI UNITI
IN AIUTO DELL’EUROPA

ANCHE GLI STATI UNITI <BR> IN AIUTO DELL’EUROPA

Sarà ancora lunga. Al di là delle misure ufficiali varate dal governo per la limitazione delle attività sociali e produttive, al di là tanto del 18 aprile (al momento la data massima del prolungamento delle restrizioni) che della seconda decade di maggio, quando secondo alcuni studi l’epidemia nella penisola potrebbe essere stata debellata, basta dare un’occhiata ai grafici sull’espansione della pandemia a livello planetario e ai resoconti sulle infrazioni alle regole di contenimento nel nostro Paese perché il dubbio – se non la certezza – sorga spontaneo: sarà ancora lunga. Relativamente all’Italia, se da una parte infatti i segnali del decremento dei contagi sembrano buoni, dall’altra si ha l’impressione che una percentuale, seppure minima, della popolazione sia indotta al minimo segnale di un miglioramento della situazione sanitaria ad allentare, se non ad abbandonare del tutto, quei comportamenti di distanziamento sociale che soli – su questo tutti gli esperti sono concordi – hanno permesso di non far dilagare il Covid-19 da un capo all’altro della penisola con effetti ancora più catastrofici di quelli registrati sino ad ora. Così il governatore Attilio Fontana, nel corso del punto stampa di ieri in cui è stato ribadito il trend in calo dei contagi nella regione maggiormente colpita dal virus, ha comunque stigmatizzato il fatto di aver visto “troppe autovetture in circolazione”, lanciando un accorato appello a non abbassare la guardia proprio in questo momento. Un richiamo ribadito con forza anche nel corso della conferenza stampa della protezione civile dove è stato fornito il bollettino dell’ultima giornata “di guerra” contro il Coronavirus: i casi attualmente positivi in Italia sono 75.528, con un incremento di 1.648 in un giorno (lunedì erano 3.815): di questi 3.981 sono in terapia intensiva, 27.795 sono ricoverati e 43.752 (il 58% del totale) in isolamento domiciliare. Da una parte il numero dei decessi ancora alto (812 ieri, per un totale di 11.591), dall’altra quello delle guarigioni che registra il record di 1.590 (il dato giornaliero più alto da quando è iniziata l’emergenza) arrivando a un totale di 14.620. E se da noi la curva del contagio sembra ormai avere arrestato la salita, in altri paesi la situazione è diversa, a cominciare dagli Usa dove il numero dei decessi supera le tremila unità avendo fatto registrare 500 morti in 24 ore. Dalla Casa Bianca, intanto, è arrivato ieri un segnale tangibile di appoggio all’Europa nella lotta all’epidemia. In una telefonata col premier Conte, Trump ha infatti annunciato l’invio al nostro Paese, nonché a Francia e Spagna, di attrezzature mediche per 100 milioni di dollari. “Ho avuto una conversazione lunga e amichevole con il presidente Usa. Sono molto grato per la solidarietà e il sostegno degli amici americani. Continuiamo a lavorare per vincere questa difficile sfida”, ha commentato il premier. Ovviamente, gli aiuti d’oltreoceano non possono che essere i benvenuti. Più di un analista si è però chiesto se la mossa della Casa Bianca non sia un tentativo di rimediare all’inerzia dimostrata fin qui nel sostegno ai paesi europei falcidiati dal Covid verso i quali nei giorni scorsi si è invece palesato il supporto di altre nazioni come Russia, Cuba, Albania e Cina. Sembrerebbe dunque palesarsi ciò che per molti era già un’evidenza, ovvero che la lotta alla pandemia stia diventando sempre più “una continuazione della politica internazionale con altri mezzi”. (deg)

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