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direttore Paolo Pagliaro

Ufirst, la startup che elimina
le code per battere il virus

Ogni anno gli italiani spendono 400 ore in attesa in fila agli sportelli pubblici, in ospedale, alle casse dei supermercati, dal parrucchiere: più di 16 giorni senza fare nulla. Oggi, al tempo della quarantena da Coronavirus in cui si può uscire di casa solo per lavoro, salute o necessità, il problema più che il tempo perso è quello di evitare assembramenti e occasioni di contatto.  La startup Ufirst - 100% made in Italy, un team di 25 persone con circa 500 punti in tutto il Paese e presenza in più di 150 città – porta in dono una tecnologia che permette di rispondere a entrambe le necessità, consentendo agli utenti di mettersi in coda da remoto, attraverso un sistema di gestione della fila virtuale, spingendo le strutture pubbliche e private a digitalizzare l’accesso ai propri servizi. Niente più file chilometriche sui marciapiedi, altra immagine iconica di questa emergenza.

LA STORIA. “Ufirst si chiama così – spiega il direttore generale Matteo Lentini - perché nasce come aggregatore di servizi prioritari, dando la possibilità alle persone di riprendersi il proprio tempo, uno dei beni più importanti che abbiamo soprattutto in una società frenetica come la nostra”.  L’idea nasce dall’imprenditore Paolo Barletta, che la fonda con l’idea di limitare il tempo che si perde nelle attese estenuanti. “Nasciamo nel 2015 come aggregatore di servizi premium, la necessità era far risparmiare tempo a chi viaggia – spiega Lentini - Poi abbiamo allargato il nostro spettro d’azione anche al pubblico , permettendo alle persone di  non fare la fila non solo nei musei o negli aeroporti ma anche nella vita di tutti i giorni, ovvero negli uffici pubblici o nelle strutture sanitarie. Con questa emergenza Ufirst ha adattato la propria tecnologia per venire incontro alle strutture aperte al pubblico, come farmacie e supermercati”.

L’EMERGENZA. La startup ha deciso immediatamente di portare il proprio contributo nella lotta alla pandemia:  Ufirst ha aderito all’iniziativa “Solidarietà Digitale” promossa dal ministero per l’Innovazione tecnologica e la Digitalizzazione, mettendo a disposizione gratuitamente di tutte le strutture aperte al pubblico con un punto di accesso fisico il proprio software Ufirst business, per una gestione razionale ed organizzata delle file da remoto. Inoltre in questa fase è stato siglato un accordo con Anusca (Associazione Nazionale Ufficiali di Stato Civile e d’Anagrafe) che rappresenta 4.800 comuni (oltre l'86% dei cittadini italiani) per gestire le file e gli appuntamenti dei servizi demografici (anagrafe e tributi). “Abbiamo una tecnologia – spiega Lentini - che permette di far risparmiare tempo alle persone ma soprattutto oggi permette di evitare gli assembramenti. Si tratta di una delle poche soluzioni al mondo che hanno digitalizzato l’accesso alle strutture sia pubbliche che private. Abbiamo aderito all’iniziativa del ministero dell’Innovazione dando la nostra soluzione in modo gratuito a tutte le strutture che vogliono aderire e che hanno problemi nel gestire oggi i flussi d’accesso, perché come sappiamo bisogna rispettare la regola di almeno un metro di distanza tra le persone, evitando l’affollamento nelle sale d’attesa o all’interno di locali chiusi. La nostra tecnologia permette di evitare inoltre il contatto con la strumentazione, svolgendo la stessa funzione degli erogatori di numeretti  o dei totem eliminacode  ma in maniera digitale, evitando quindi il contatto. In concomitanza con l’adesione a Solidarietà digitale – continua il dg di Ufirst - vogliamo far conoscere questo servizio di beneficio al pubblico in questo momento di emergenza: in quest’ottica si inquadra la partnership con Anusca e con altre associazioni, per far sì che più strutture possibili possano usufruire del nostro servizio inviando solamente una mail a solidarieta@ufirst.com: in meno di 30 minuti da remoto può essere attivato il servizio. Oltre alla gratuità e all’immediatezza l’altro elemento importante è che noi non proponiamo hardware, quindi una strumentazione da istallare, evitando tutta una serie di situazioni complicate da gestire in questa fase di quarantena”.

FUTURO DIGITALE? Gettando uno sguardo più generale, oggi secondo Lentini c’è  “una maggiore apertura al digitale, dovuta al fatto che persone sono per forza di cose diventate più flessibili avendo dovuto cambiare il loro stile di vita perché la situazione lo richiede. Sicuramente ci sarà un’accelerazione nella digitalizzazione del Paese: ad esempio oggi i medici possono mandare le ricette via whatsapp oppure come nel nostro caso si può fare la fila da casa aprendo un’app sullo smartphone.  Mi auguro comunque che ci sia una consapevolezza maggiore in merito ai benefici del digitale”.  “L’Italia – conclude il dg della startup - è sicuramente un Paese che ha un’età media piuttosto avanzata, ci sono delle difficoltà nell’approcciarsi alle nuove tecnologie rispetto ai Paesi emergenti: abbiamo uno dei tassi di digitalizzazione più bassi in Europa, specie per quanto riguarda il numero di utenti dei servizi digitali nella Pubblica amministrazione. Sono abbastanza fiducioso però che questa situazione costringa a rivalutare alcuni aspetti del digitale”. Programmi futuri? “Siamo concentrati sul presente, stiamo raccogliendo molte richieste di adesione per gestire al meglio le attese, è una sfida importante e stiamo collaborando assiduamente per poterla vincere. Probabilmente proveremo ad aiutare anche altre strutture all’estero”. (Roc – 31 mar)                           

 

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