Agenzia Giornalistica
direttore Paolo Pagliaro

Sì distanza fisica
no distanza sociale

di Paolo Pagliaro

(7 maggio 2020) La crisi del 1929 portò al New Deal negli Stati Uniti e al nazismo in Germania, perché i due paesi scelsero strade diverse. Di fronte allo shock violento del Covid-19 e all’incertezza sistemica che ne deriva, nulla è già scritto: sta a noi decidere in che direzione incamminarci. Partono da questa premessa Fabrizio Barca e il “Forum disuguaglianze diversità” per presentare il loro progetto per l’Italia post coronavirus: un pacchetto di proposte elencate e descritte in documento diffuso ieri. La prima potremmo definirla basica, perché riguarda la protezione sociale di quell’esercito di non garantiti che hanno perso il poco che avevano: lavoratori autonomi, i più colpiti, e poi i 6-7 milioni di lavoratori metà con contratti a termine o a chiamata. l’altra metà irregolari, Per loro è urgente il reddito d’emergenza.
La ripresa delle attività, secondo il Forum, deve essere programmata da imprese, lavoratori e governi locali insieme, per non scaricare sui singoli imprenditori la responsabilità della riapertura. E va finanziata facendo in modo che sia indirizzata a obiettivi di sviluppo sostenibile. Occorre evitare che l’insegnamento  a distanza si traduca nell’abbandono scolastico da parte dei meno abbienti. Una riduzione degli orari di lavoro potrà consentire il riassorbimento di una parte della manodopera delle imprese costrette a chiudere.
In altri casi per garantire la continuità aziendale dovrebbero essere incentivate le cooperative di dipendenti. Andrebbe valorizzato il ruolo di Cassa Depositi e Prestiti come banca di sviluppo. E andrebbe garantita la gestione pubblica delle risorse digitali, a cominciare dai dati. 
L’obiettivo è che la distanza fisica non diventi sempre più distanza sociale, che sarebbe un esito disastroso per la tenuta della democrazia.  

 

(© 9Colonne - citare la fonte)