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direttore Paolo Pagliaro

Il diritto dei vecchi
a un risarcimento

Il diritto dei vecchi <br> a un risarcimento

di Paolo Pagliaro

 

(25 maggio 2020) Ieri il  New York Times ha dedicato l’intera prima pagina a mille brevi, delicati  profili di altrettante vittime del coronavirus. Un centesimo dei quasi 100 mila morti provocati in America dall’epidemia. In marzo e aprile  qualcosa di simile avevano fatto alcuni grandi quotidiani italiani, mobilitando i loro cronisti per raccontare le vite stroncate dal virus. E’ stato un esercizio di pietas, e un modo di ricordare quanto ricche fossero state quelle esistenze ridotte a statistica nelle conferenze stampa della protezione civile.
Siamo all’inizio di un risarcimento che dobbiamo in particolare agli anziani, vittime in questi mesi oltre che del coronavirus anche di un pregiudizio agghiacciante, secondo cui una più breve speranza di vita comporta una diminuzione “legale” del suo valore. E’ sembrato dunque inevitabile che nelle terapie intensive e persino sulle ambulanze si potesse decidere in base a criteri anagrafici  chi salvare e chi no. Si è accettato che questo discrimine venisse addirittura teorizzato.  
Non era una questione di cultura, di civiltà o di bioetica. Era una questione economica, come ha ben spiegato sul quotidiano Avvenire lo scrittore Ferdinando Camon. In terapia intensiva usi le macchine, e se non ne hai è perché non le hai comprate. Ti servono gli anestesisti e se non li hai è perché non li hai assunti. 
Ha il senso del risarcimento un appello lanciato in questi giorni dalla Comunità di Sant’Egidio e che ha raccolto già centinaia di adesioni, dal cardinale  Matteo Zuppi al filosofo Jürgen Habermas, da Giuseppe De Rita a Renzo Piano.  “Senza anziani non c’è futuro” è il titolo dell’appello che ricorda il valore della vita: chi deprezza quella fragile e debole dei più anziani, si prepara a svalutarle tutte.

(© 9Colonne - citare la fonte)