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Italiani all’estero, Vignali (Maeci): Integrare informazioni e servizi

 Italiani all’estero, Vignali (Maeci): Integrare informazioni e servizi

“E’ importante informare correttamente le nostre collettività di tutta una serie di dati, ma è altrettanto importante poter fornire servizi adeguati”. Lo ha detto il direttore generale per gli Italiani all’estero e le politiche migratorie del ministero degli Esteri, Luigi Vignali, in audizione in commissione Esteri della Camera nell’ambito della discussione congiunta delle risoluzioni sugli strumenti informatici a supporto dei connazionali all’estero. Secondo Vignali è fondamentale la “complementarietà tra informazioni e servizi” che dovrebbe essere alla base della “progettazione di qualsiasi iniziativa digitale. Dare solo informazioni non è sufficiente ma fornire solo servizi priverebbe le comunità di tanti pezzetti del puzzle”. Accanto a questa complementarietà “c’è la dicotomia tra la gestione dell’ordinario, delle politiche verso gli italiani all’estero, e la gestione dell’emergenza”, prosegue Vignali ricordando che “veniamo da una gestione complicata dell’emergenza. Non ne siamo ancora fuori: in alcune zone del mondo, l’America Latina, il nord America o il Medio Oriente poterebbe presto presentarsi una recrudescenza del virus”. In una “prospettiva di gestione ordinaria” è necessario “prendere in considerazione quello che abbiamo già fatto” in termini di servizi digitali per gli italiani all’estero, una platea di oltre 6 milioni. Per raggiungere queste collettività è necessario, sottolinea Vignali, “investire in comunicazione digitale, servizi a distanza e modalità di informazioni innovative”.

Il direttore generale per gli Italiani all’estero della Farnesina fa una panoramica di quello che “è già stato fatto”: in particolare con l’applicazione mAPPamondo e Fast-it. Con l’applicazione mAPPamondo, ad esempio, “vengono fornite indicazioni importanti ai connazionali, c’è un sistema di geolocalizzazione che consente di sapere dove sta la rete consolare più vicina, fornisce una serie di rinvii a portali e siti web utili anche nei paesi di residenza”. C’è poi Fast-it, “un portale interattivo pensato inizialmente soprattutto per l’iscrizione all’AIRE, che è già stato usato 500mila volte ed è sempre più utilizzato - spiega Vignali -: nel primo semestre del 2019 il 42% delle pratiche sono state canalizzate attraverso Fast-it mentre la percentuale è arrivata al 56% nella seconda parte dell’anno scorso”. Si tratta di “un nucleo di quello che vorremmo diventasse un portale di servizi generale, anche per il passaporto ad esempio”. Per Elisa Siragusa, deputata del Movimento 5 Stelle eletta all’estero, “l’idea di un portale unico per gli italiani all’estero nasceva un anno fa con l’obiettivo di creare un unico punto di riferimento per dare informazioni ai nostri connazionali. Mi rendo conto che gli argomenti fanno capo a diverse amministrazioni, ma penso sia il compito della Farnesina informare gli italiani degli strumenti a disposizione. Avere un unico portale internet è necessario”. Secondo la deputata pentastellata è importante “gestire l’ordinario ma anche implementare gli strumenti per rendere più efficiente la comunicazione all’estero in futuro. Potenziare i servizi è importante”.

Nella gestione dell’emergenza Coronavirus per gli italiani all’estero “il governo è stato latitante e quando ha fatto qualcosa lo ha fatto in ritardo. Non ci sono state garanzie da parte del governo che potessero permettere il rientro in sicurezza. Molti italiani hanno comprato dei biglietti e non sono ancora riusciti a partire”, ha detto Simone Billi, deputato della Lega eletto all’estero- “Molti sono tornati grazie al lavoro dell’Unità di crisi ma molti altri sono ancora all’estero - prosegue il deputato leghista -. Il governo non ha fatto il proprio dovere e non ha supportato le nostre istituzioni. Abbiamo chiesto il potenziamento dell’Unità crisi della Farnesina che sta lavorando bene ma è sotto carenza di organico per una situazione del genere. Il governo spesso non ha fatto niente per aiutare le nostra comunità all’estero”. Per fronteggiare l’emergenza e venire incontro agli italiani all’estero, Vignali ricorda invece che “il governo ha stanziato 4 milioni per sussidi o prestiti con promessa di restituzione”. “Sono stati impiegati i sussidi per chi ha perso il lavoro e in alcuni casi anche per consentire l’acquisto del biglietto aereo come sussidio a fondo perduto per gli italiani indigenti - spiega Vignali - mentre per gli italiani che avevano la possibilità di pagare ma non in quel momento sono stati erogati dei prestiti. Un certo tipo di aiuto c’è stato, non un piano di rimborso totale ma la sua parte la rete diplomatica l’ha fatta”. (sip - 4 giu)

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