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direttore Paolo Pagliaro

Salvarsi insieme
nel Mediterraneo

Salvarsi insieme <br> nel Mediterraneo

di Paolo Pagliaro

(15 giugno 2020) Conclusa l’emergenza coronavirus, tornano le notizie di sbarchi e di naufragi.  Per capire ciò che sta di nuovo accadendo nel Mediterraneo ci si può affidare allo sguardo di Alessandra Sciurba, ricercatrice in filosofia del diritto ma soprattutto attivista per i diritti umani, che da tempo solca il mare sulle barche delle Ong che salvano i naufraghi.  
Per l’editore Ponte alle Grazie,  Sciurba ha scritto un libro intitolato “Salvarsi insieme” . E’ uscito ieri ed è  il diario di un salvataggio: la storia di 70 persone a bordo di un'imbarcazione di 18 metri, abbandonate dai  governi e costrette a  vedersela con le cosiddette guardie costiere libiche, che spesso sono navi  in assetto da guerra, il cannone a prua, i mitra nelle mani degli uomini a bordo. Oppure motoscafi rombanti, con uomini senza divisa, come contrabbandieri.
La storia  racconta di un mare trasformatosi in un cimitero e anche un po’ in un deserto. Neppure i pescatori lo attraversano più:  per paura di essere abbordati dai libici, cosa che capita e spaventa, e soprattutto per non ritrovarsi davanti al dilemma terribile tra soccorrere dei naufraghi e affrontare le conseguenze per averlo fatto. Perché invece che medaglie, in questo mondo capovolto, rischiano settimane di sequestro della barca, senza poter lavorare, persino pene severe, processi infiniti. Per questo hanno semplicemente cambiato rotta, evitando anche le zone più pescose, pur di non incrociare le vie d’acqua che portano dalla Libia a Lampedusa, o a Malta. Si legge col fiato sospeso il racconto di Alessandra, la  quale alla fine ottiene ciò che si prefiggeva: suscitare un sentimento di rispetto per la condizione umana in quanto tale.

 

(© 9Colonne - citare la fonte)