Agenzia Giornalistica
direttore Paolo Pagliaro

La criminalità
ai tempi del Covid

di Paolo Pagliaro

(2 luglio 2020) Vedremo se la corsa a semplificare, sburocratizzare, ridurre regole e controlli – nuovo mantra della politica e del giornalismo post-Covid - servirà davvero a rilanciare le attività di impresa e con esse produzione e consumi. In teoria sì. In pratica, invece, potrebbe accadere che la deregulation si traduca in un grande regalo fatto alle mafie.
Ci sono quattro rischi: che le organizzazioni criminali si sostituiscano allo Stato diventando una specie di welfare organizzato; che intercettino le risorse pubbliche per aumentare il loro potenziale e il loro consenso sociale; che cerchino di comprare le imprese in crisi a prezzi stracciati; che si infiltrino nel sistema degli appalti pubblici. Molti di questi fenomeni sono già evidenti. Dei quattro rischi ha parlato ieri Ferdinando Nelli Feroci, presidente dell’Istituto Affari Internazionali, in un web meeting dal titolo “La criminalità internazionale ai tempi della pandemia di Covid-19“. Il procuratore nazionale antimafia, Federico Cafiero de Raho ha spiegato che mentre le imprese sane hanno bisogno di liquidità, le mafie hanno il problema opposto, e quindi devono investire le proprie risorse nelle imprese in difficoltà. Spesso è proprio nei momenti di crisi economica che si perfezionano le infiltrazioni mafiose, in particolare nel settore edile, dei rifiuti, dei trasporti o in quello alimentare. Paola Severino, ex Guardasigilli, ha osservato che la semplificazione deve essere accompagnata dalla consapevolezza che alla fase della fiducia deve seguire la fase dei controlli. Questa è la “condizionalità” di cui ci sarebbe bisogno e di cui invece si sente poco parlare.

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