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direttore Paolo Pagliaro

Paese vecchio
Stato vecchio

di Paolo Pagliaro

(4 agosto 2020) All’inizio del millennio l’età media dei dipendenti pubblici era di 43 anni, ora supera i 50. Il blocco delle assunzioni ha avuto conseguenze rilevanti sulla qualità dell’impiego pubblico. Osserva oggi la Corte dei Conti che la prolungata assenza di turn-over “ha accentuato il gap conoscitivo e professionale tra le competenze teoriche, acquisite nell’iter formativo dalle nuove generazioni, cui per troppo tempo è stato precluso l’accesso al pubblico impiego, e quelle più ‘statiche’ possedute dal personale in servizio, che continuano a caratterizzare, oltreché condizionare, la gran parte delle attività poste in essere dalle pubbliche amministrazioni”. I 3,2 milioni di dipendenti pubblici italiani sono tra i più anziani del mondo. Nella scuola, per esempio, il 58% dei docenti ha più di 50 anni, contro una media Ocse del 34%. Hanno in media 41,4 anni gli appartenenti alle forze dell’ordine, 53,1 anni i medici, 54,4 i dirigenti, 53,2 i professori universitari e i ricercatori. Secondo un’indagine del Forum Pubblica Amministrazione appena il 2,9% dei dipendenti pubblici ha meno di 30 anni. Chi vince un concorso spesso è già over 40 e in ogni caso il tempo che trascorre tra l’emersione di un bisogno e l’effettiva assunzione dei vincitori del concorso è in media di oltre 4 anni. E così insieme al Paese invecchia anche lo Stato.

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