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direttore Paolo Pagliaro

Se sono angeli
pagateli meglio

Se sono angeli <br> pagateli meglio

di Paolo Pagliaro

(18 settembre 2020) Hanno fatto il giro del mondo le immagini delle infermiere belghe che voltano le spalle alla prima ministra in vista all’ospedale. O di quelle americane che davanti alla casa Bianca leggono i nomi delle loro colleghe morte durante l’epidemia di coronavirus. Per chiedere condizioni di lavoro migliori, assunzioni e salari decenti, in questi giorni gli infermieri sono in sciopero un po’ ovunque, dalla Nuova Zelanda alla Francia, dal Perù allo Zimbabwe. Dicono tutti la stessa cosa: non chiamateci eroi ma pagateci meglio.
A Roma ne sono attesi 40 mila al Circo Massimo, dove il 15 ottobre è in programma una manifestazione che servirà anche a lanciare lo sciopero nazionale in programma il 2 novembre. 
L’Italia ha 332 mila infermieri professionali ed è tra i paesi che ne ha meno: 5,6 ogni mille abitanti, contro i 17 dei paesi del centro-nord Europa. Lo stipendio medio di un infermiere che lavora in un ospedale pubblico, con diversi anni di carriera alle spalle, è di 1.410 euro netti. Solo i più anziani, facendo i caposala in reparti ad alta specializzazione, arrivano a sfiorare i 2 mila euro. Per chi lavora in terapia intensiva l’indennità è di 28 euro al mese. Lordi. 
Migliaia di infermieri italiani vanno a lavorare all’estero, dove sono molto richiesti. I 40 milia infermieri stranieri in Italia, spesso laureati nelle nostre università, se non hanno la cittadinanza non possono accedere ai concorsi, Per loro sono più bassi i salari e più fragili i diritti, soprattutto nella sanità privata.

(© 9Colonne - citare la fonte)