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M5S, DE MASI: FINITA
ERA ‘UNO VALE UNO’

Nel Movimento 5 Stelle c’è una “convergenza fortissima sulle idee di fondo, c’è pieno accordo sulla salute, la finanza, l’ambiente, le migrazioni, l’equilibrio geopolitico globale, la business ethics, l’intelligenza artificiale, la bioetica, la sostenibilità, le questioni di genere e le frontiere della scienza”. Così il sociologo Domenico De Masi, presentando in Senato la ricerca “Dopo il coronavirus. La cultura politica del Movimento cinque stelle”. Nata da un’idea della senatrice pentastellata Barbara Floridia, la ricerca ha convolto 15 intervistati con il metodo Delphi. De Masi nel suo studio riscontra un “elemento che caratterizza l’attuale fase di evoluzione rispetto a quella che ho studiato tre o quattro anni fa: non ritrovo da nessuna parte l’uno vale uno, anzi è sottolineato in modo forte il bisogno di competenza e di meritocrazia”. “Onestà” e “trasparenza” restano fondamentali,  “c’è una piena fiducia nel progresso tecnologico, che se gestito bene appare come salvifico. E poi c’è l’ambiente, vera e propria ossessione”.  “Nel capitolo demografia – aggiunge il sociologo - c’è una novità, l’apertura totale verso l’immigrazione vista come una risorsa straordinaria anche per compensare nell’immediato il deficit demografico del Paese. Un altro recupero forte è il rapporto con i sindacati”. Un Movimento spostato a sinistra, sembrerebbe. Ma “c’è un forte consenso sulla terza via, intesa come posizione del Movimento né a destra né a sinistra” puntualizza De Masi, sottolineando che “l’interclassismo è il minimo comune denominatore e c’è la fiducia che il divario tra le classi possa essere colmato con l’azione di welfare”. Reddito universale, rifiuto netto del neoliberismo e rivincita netta dell’economia reale sull’economia finanziaria sono poi le altre posizioni prevalenti tra i pentastellati.“Il quadro di insieme è di un Movimento in forte mutazione: purtroppo mancano analisi del genere per altre forze politiche, i vertici dei partiti come quelli aziendali stentano a farsi analizzare” chiosa De Masi.

 

CRIMI. “Questa ricerca – afferma il capo politico Vito Crimi - ribadisce l’unicum del M5S nel panorama politico non solo italiano ma in Europa e nel mondo, perché è riuscito a convogliare un percorso movimentista di persone che hanno saputo dare un segnale di discontinuità nella gestione del Paese e che sono entrati nelle istituzioni cercando di mantenere quell’anima movimentista. Questa è la più grande sfida che abbiamo davanti: come conciliare l’essere nelle istituzioni e avere la possibilità di incidere nelle scelte con l’intensa forza di cambiamento che abbiamo all’interno”. Un contributo in vista degli stati generali M5S previsti  il 7-8 novembre, “un altro passaggio di grande maturità, il Movimento si interroga guardando al futuro non solo di se stesso ma per costruire un’agenda politica Paese – aggiunge Crimi - Gli Stati generali saranno un momento di analisi, verifica, uno stop&go per andare avanti più forti di prima, conto che ne usciamo uniti”.

 

FLORIDIA. “L’idea della ricerca è nata in piena pandemia – spiega la senatrice Floridia - in un momento di frenesia parlamentare e governativa per gestire urgenza ed emergenza, un ossimoro rispetto a un Paese immobile e spaventato. Per una forza di governo è doveroso non solo gestire l’emergenza ma fermarsi a riflettere per immaginare un modello di società nuova”. “Bisogna cambiare – sostiene - parole e parametri della politica per leggere il reale, ad esempio il Pil non basta più. Il M5S è una terza via nel dialogo e nell’uso delle parole, ad esempio nella dicotomia tra crescita e decrescita felice (erroneamente attribuita al M5S) noi parliamo di una crescita sana ed equilibrata. In questa ricerca c’è un disegno per i prossimi 20 anni”. (PO / Roc – 19 ott)

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