di Paolo Pagliaro
(27 ottobre 2020) A Castelnuovo di Conza, piccolo borgo al confine tra le province di Avellino, Salerno e Potenza, vivono 605 abitanti mentre altri 2752 sono emigrati all’estero. E’ il comune con il record dell’emigrazione, ma molte altre decine lo inseguono e ne insidiano il primato. Secondo i dati della Fondazione Migrantes, che oggi ha presentato il suo 15mo rapporto sugli italiani nel mondo, in questi 15 anni il numero degli italiani residenti all’estero e iscritti all’apposita anagrafe è aumentato del 76% e ha raggiunto i 5 milioni e mezzo. Si tratta del 9,1% della popolazione complessiva. Una crescita ininterrotta della mobilità in uscita che fa ormai sembrare un fenomeno minore quella in entrata, cioè l’immigrazione.
Non se ne vanno solo i laureati, che pure l’anno scorso sono stati il 30% dei nuovi emigrati, ma soprattutto i diplomati alla ricerca di lavori generici. Si emigra verso Germania, Regno Unito, Svizzera, Francia, ma in 15 anni è aumentata del 400% anche la mobilità verso il Portogallo, e 10 mila italiani hanno scelto di trasferirsi negli Emirati Arabi. Dei 130 mila che se ne sono andati l’anno scorso, il 40% ha meno di 34 anni. Di un’Italia sempre più longeva e spopolata l’unica comunità che cresce è dunque quella che risiede all’estero.
Sarà il rapporto Migrantes dell’anno prossimo a dirci quanto su questa mobilità avrà inciso nel 2020 la catastrofe della pandemia, che ha fatto sì che anche il nostro passaporto diventasse ostile e che molte nazioni rifiutassero l’ingresso agli italiani. Nessuno sa quando ci verrà restituito il grande dono della libertà di muoversi, e di essere accolti.