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Francesco Cafiso, ambasciatore della musica italiana all’estero

Francesco Cafiso, ambasciatore della musica italiana all’estero

Francesco Cafiso, siciliano di Vittoria, è uno degli ambasciatori della musica italiana all’estero. Un artista che, senza dubbio, dà lustro e prestigio internazionale al nostro paese. Davvero un talento precoce, quello di Cafiso, oggi 31enne: inizia a suonare il sassofono a soli 6 anni ma, già a 9 anni, è in tour con la sua band, composta da musicisti adulti. Wynton Marsalis, compositore statunitense di fama mondiale, quando Francesco aveva solo 14 anni, lo coinvolge nel suo tour europeo. Nel 2004 è ospite d'onore al Festival di Sanremo. Il 19 gennaio del 2009 suona a Washington, durante i festeggiamenti in onore del presidente Barack Obama e del “Martin Luther King Day”. Nel corso della sua breve ma già prestigiosa carriera, ha collaborato con artisti del calibro di Bob Mintzer, George Gruntz, Maria Schneider, Gianni Basso, Francesco Buzzurro, Joe Lovano, Hank Jones, George Mraz, i Manhattan Transfer e Wynton Marsalis. Il 3 dicembre uscirà “Irene of Boston – Conversation avec Corto Maltese”, il suo nuovo album, registrato con la London Symphony Orchestra. Ma, come dicevamo, Francesco Cafiso, dal punto di vista musicale, è l’emblema del made in Italy nel mondo. Si è esibito in altri Festival internazionali quali quello di New Orleans, Montréal, Melbourne, Tokyo, Londra, Ouro Preto in Brasile, Tallinn, Vienna, Umbria Jazz e Pescara Jazz. Nel luglio del 2012, in occasione dei Giochi Olimpici, è stato invitato a esibirsi a Londra, presso la sede di Casa Italia, alla presenza dell'Ambasciatore italiano e dei vertici del Coni.

Francesco, tu rappresenti l’immagine dell’Italia nel mondo. Come vengono visti gli artisti italiani all’estero? Per che cosa vengono apprezzati?

“Il livello musicale degli artisti italiani è molto alto. All’estero, colpisce il nostro approccio alla musica. Di noi vengono apprezzate le radici dalle quali proveniamo e ci viene riconosciuto un forte legame con le melodie. E’ una cosa che anche a me hanno spesso riconosciuto. Insomma, l’approccio dei musicisti italiani viene considerato più romantico”

E, in generale, qual è l’opinione che si ha dell’Italia, inteso come paese, all’estero?

“Un paese che, seppur tra mille difficoltà e contraddizioni, viene apprezzato per l’enorme creatività e cultura. Ci riconoscono genialità e talento”

In quale occasione, hai maggiormente sentito la presenza calorosa del pubblico italiano che era venuto ad ascoltare una tua esibizione?

“Questo mi succede molto spesso. Ci sono tanti italiani che mi seguono nei miei concerti in giro per il mondo. Una volta mi è accaduto quando sono andato per un concerto in Messico. Con loro, si respira un clima di grande entusiasmo e partecipazione”

Nel 2009 sei stato ospite di Wynton Marsalis e della Jazz at Lincoln Center Orchestra nel concerto tenutosi a Washington in onore dell'insediamento del presidente americano Barack Obama. Come ti sei sentito a rappresentare l'Italia all'estero?

“Fu un grande onore, mi sentii orgoglioso di essere italiano. Ma la cosa più bella è che, pur essendo quello un momento istituzionale di grande spessore, fu come partecipare ad una festa musicale tra amici, tanta era l’atmosfera cordiale e aperta”

Il 3 dicembre uscirà “Irene of Boston – Conversation avec Corto Maltese”, il tuo nuovo album, registrato con la London Symphony Orchestra. Ci parli di questo lavoro?

“E’ un sogno che si realizza. Ho seguito il flusso della mia ispirazione. E la musica è venuta da sé. Saranno dieci brani originali firmati da me e arrangiati insieme a Mauro Schiavone, che raccontano in una dimensione onirica le vicende del veliero britannico Irene of Boston, costruito nei primi del Novecento e il cui destino, dopo quasi un secolo di viaggi tra i mari del mondo, si conclude nel porto siciliano di Pozzallo. Nella mia immaginazione, i legni e gli ottoni del relitto si trasformano negli strumenti di un’orchestra sinfonica e, attraverso questa metamorfosi, il veliero si risveglia dal lungo sonno, per raccontare, grazie alla magia dei suoni, le sue avventure. Il resto, lo farà la melodia del mio sassofono contralto”

 (17 nov - red)

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