Agenzia Giornalistica
direttore Paolo Pagliaro

Emigrazione e Brexit, Molle: Il Comites di Londra a supporto degli italiani

Il Comites di Londra è in prima linea per sostenere gli italiani nel Regno Unito in questa delicata fase storica: da una parte la Brexit e quell’intesa con l’Unione europea che regolerà le future relazioni, dall’altra il Coronavirus che non molla la presa su uno dei Paesi più colpiti. Tutto questo si ripercuote sulla comunità italiana: “Dal 1° gennaio le nuove regole di immigrazione renderanno più difficile l’accesso al Regno Unito. Senza la libertà di movimento, diventerà più complicato trasferirsi in Gran Bretagna. Probabilmente tramonterà l’idea di molti italiani di trasferirsi a Londra per cercar fortuna e stanziarsi nella capitale per costruirsi una carriera”, afferma a 9colonne il presidente del Comites Pietro Molle. “Coloro che vivono nel Regno Unito al 31 dicembre, possono fare domanda per l’EU Settlment Scheme entro il 30 giugno 2021. Come Comites – spiega Molle - abbiamo deciso di offrire supporto per gli italiani che vogliono continuare a vivere in Gran Bretagna, fornendo informazioni su il Pre Settle Status e il Settle Status. Per esempio, tra le domande del Pre e Settle Status accettate dall’Home Office, abbiamo notato che una bassissima percentuale di domande provengono da persone con più di 65 anni. Molti di questi, infatti, hanno difficoltà a fare domanda, spesso per mancanza di accesso a internet o a un computer. Inoltre, molti anziani italiani che non viaggiano da diverso tempo, nonostante risiedano in Gran Bretagna da decenni, hanno il passaporto scaduto e dunque, non possono far domanda”.

Il presidente del Comites ricorda che l’accordo raggiunto sulla Brexit “è un primo stadio di una futura lunga contrattazione che potrebbe anche durare diversi anni: le 1256 pagine di accordo prevedono un’ulteriore messa a punto di diverse questioni di contatto tra Londra e Bruxelles. Dunque, è difficile poter prevedere esattamente cosa cambierà per i nostri connazionali a Londra”. Ma alcuni cambiamenti saranno “percepiti fin da subito” e il Comites ha inviato “40 mila lettere, in collaborazione con il Consolato Generale di Londra, per aiutare gli italiani over 65 a fare domanda per il Pre Settle Status o Settle Status, poiché per coloro che non riusciranno ad ottenere tale riconoscimento entro il 30 giugno 2021, perderanno il diritto legale di residenza nel Regno Unito (anche coloro che magari vivono nel paese da parecchi anni)”. Ci si potrà recare nel Regno Unito “per visite familiari o per turismo, senza un visto, per un massimo di 3 mesi, estendibili a 6 – sottolinea Molle -. Per lavorare e studiare, gli europei entreranno nelle regole d’immigrazione extra-UE, le quali si basano su un ‘sistema a punti’ simile al modello australiano. Per ogni tipo di visto devono essere fatte specifiche procedure burocratiche, molte delle quali richiedono il pagamento di tasse amministrative e l’assicurazione sanitaria”. Secondo il presidente del Comites “è ancora presto per poter valutare l’effetto sulla comunità italiana” ma “è certamente un sollievo il fatto che si sia giunti a un accordo che per esempio, ha in parte salvaguardato lo scambio di merci con paesi Ue come l’Italia, senza porre un regime di dazi troppo rigido. In più, grazie al deal, verranno garantiti i diritti dei residenti Ue in Gran Bretagna, che Johnson aveva messo in discussione nello scenario di un no deal”.

Tra gli italiani nel Regno Unito “c’è sicuramente un clima di incertezza e ansia” ma si respira anche “un’aria più serena per aver sventato il no deal di pochissimo. Tuttavia, la combinazione tra la pandemia e la Brexit ha formato un terreno di argilla per i migranti in Gran Bretagna, soprattutto per coloro che stavano cominciando a mettere delle radici nel paese”, prosegue Molle ricordando che dopo lo stop-voli causato dalla variante inglese del virus, “abbiamo ricevuto molte chiamate di italiani che volevano arrivare nel Regno Unito entro il 31/12, poiché è tra i requisiti essenziali per essere eleggibili per l’EU Settlment Scheme; queste persone si ritroveranno a dover rientrare nel sistema d’immigrazione generale, nonostante magari già lavorassero o studiassero a distanza dall’Italia per università ed enti inglesi”. C’è poi il settore del turismo, uno dei settori più colpiti dalla pandemia: “Con le restrizioni e chiusure è ovvio che i visitatori aspetteranno la riapertura per venire in Gran Bretagna, soprattutto per motivi di sicurezza sanitaria. Come Comites raccomandiamo di monitorare i siti istituzionali come il Consolato Generale a Londra e il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale per rimanere aggiornati sui futuri sviluppi”, conclude Molle. (red – 31 dic)

(© 9Colonne - citare la fonte)