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Teatro, da Catania a Strasburgo: l'arte di Cristiano Nocera

Teatro, da Catania a Strasburgo: l'arte di Cristiano Nocera

Da Catania a Strasburgo ci sono 1815 chilometri collegati dal sottile e resistente filo dell’arte. L’arte intesa come mezzo espressivo e metalinguaggio, l’arte come significante, strumento conoscitivo e di espressione del talento. Per Cristiano Nocera, classe 1977, l’arte è il percorso incrociato quasi per caso poco più che ventenne e che lo ha portato, attraverso mille percorsi, a trasferirsi dalla Sicilia alla Francia, in terra d’Alsazia, nella città del Parlamento Europeo. “Ero uno studente di filosofia – racconta Nocera a 9colonne – poi ho cominciato a fare il giocoliere, il mimo, il clown, lavorando per strada prima di entrare in un teatro”. Teatro a cui arriva spostandosi in diverse città d’Italia e incontrando registi che hanno contribuito alla sua maturazione artistica, come Antonio Latella e Luca Ronconi, ma anche partecipando attivamente all’occupazione del teatro Valle a Roma e del teatro Coppola a Catania.

DALL’ITALIA ALLA FRANCIA SEGUENDO UNA PASSIONE All’impegno sul fronte italiano si affiancano, intanto, le prime esperienze francesi: è del 2009 la coproduzione Napoli Teatro Festival-Theatre de la Ville Paris. L’anno successivo nasce la compagnia Lavoro Nero Teatro che segna uno spartiacque professionale – ne è direttore artistico oltre che attore – ma anche la presa di coscienza del lavoro dell’artista nel contesto italiano. Lavoro Nero Teatro è un manifesto programmatico di contestazione dello status quo: «La situazione culturale italiana si deteriorava, la mia situazione personale era incerta e in Francia c’erano maggiori prospettive di sviluppo, è stato un bene aver intrapreso questo percorso all’estero». Un percorso che si è declinato in opere teatrali, progetti culturali, collaborazioni artistiche che hanno visto una inversione di tendenza rispetto ai primi tempi: “All’inizio gli spettacoli erano in italiano e li traducevamo in francese, ora li produciamo in Francia e cerchiamo di portarli in Italia”.

IL CORONAVIRUS E I TEATRI CHIUSI Con il lockdown del marzo 2020 e i teatri chiusi il mondo dell’arte ha dovuto fare i conti con l’annosa questione della tutela degli artisti. “C’è una sensazione di scollamento e straniamento causata dallo stare lontani dal palco e dal fatto che il nostro lavoro è per natura intermittente, una condizione che conosciamo soprattutto in Italia dove non c’è continuità lavorativa. Sono residente in Francia ed è uno status che non mi concerne più ma parlo quotidianamente con i miei colleghi italiani – racconta Nocera  - e c’è questa inquietudine, esistenziale oltre che economica, di essere costantemente precari a meno che non ci sia la notorietà”.

DA DANTE AI MIGRANTI Lavori di Nocera particolarmente apprezzati in Francia sono stati la lettura-racconto della Divina Commedia presso l’Istituto Italiano di Cultura a Strasburgo e il progetto di scrittura ‘Ntoni, una riduzione da I Malavoglia che parla di migrazione: “In un periodo in cui ci si lamenta per l’arrivo di decine di migliaia di migranti abbiamo voluto ricordare quando milioni di europei partivano in cerca di fortuna. Da questa storia che riflette sul presente è nato un laboratorio di scrittura con alcuni migranti che hanno scelto di mettersi a nudo e raccontare la propria storia”. (11 gen - BIG ITALY / Ede)

(© 9Colonne - citare la fonte)