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direttore Paolo Pagliaro

DI MAIO: MONDO CI GUARDA
E NON NE ANDIAMO FIERI

“Mentre il Paese attraversa uno dei momenti più bui della sua storia, ieri Matteo Renzi ha scelto di ritirare i suoi ministri aprendo l’ennesima crisi di governo.  Il mondo ci sta guardando e purtroppo non possiamo andarne fieri”. Inizia così un lungo post di Facebook del ministro degli Esteri Luigi Di Maio, all’indomani dello strappo di Matteo Renzi dall’esecutivo. “Nell’anno nella presidenza italiana del G20, della copresidenza italiana della COP26 e soprattutto nell’anno in cui dobbiamo iniziare a spendere il piano Marshall del nuovo millennio, l’Italia rischia così di essere macchiata in modo indelebile da un gesto che considero irresponsabile e che, come avevo anticipato, divide definitivamente le nostre strade” spiega Di Maio, che avvisa: “Avremmo tanto da imparare dal senso di unità che ha contraddistinto il nostro popolo durante questa terribile pandemia” . Di Maio si appella al Quirinale, e a Conte “In questo drammatico clima di incertezza, in questo mare in tempesta, ci sono però solidi punti fermi. Il primo è il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, al quale va tutta la nostra vicinanza per la delicata fase che si troverà a gestire. Il secondo è il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, verso il quale saremo leali e come Movimento 5 Stelle sosterremo fermamente.  Il terzo punto solido, per il ministro, è l’Europa: “Da mesi la politica italiana dibatte su quale sia la migliore strada da seguire per uscire da questo drammatico periodo. I punti di vista spesso possono divergere, è naturale. Ma c’è sempre stata una certezza che ha caratterizzato e unito la maggioranza dell’arco parlamentare, favorendo un dialogo democratico e proficuo anche tra forze politiche diverse: la piena fiducia verso le istituzioni Ue.L’elezione della presidente Ursula Von Der Leyen e della nuova Commissione ne è stato un chiaro esempio. L’Italia a luglio ha infatti ricevuto un attestato di stima e fiducia senza precedenti, divenendo il primo Stato membro per quantità di risorse del Recovery fund, circa 200 miliardi di euro. Fondi necessari a risollevare la nostra economia e ad avviare una ricostruzione indispensabile”.

 

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