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Dalla cultura all’export: gli italiani all’estero leva per la ripresa

Dalla cultura all’export: gli italiani all’estero leva per la ripresa

Dalla cultura all’economia: gli italiani all’estero svolgono un ruolo decisivo per l’internazionalizzazione del Sistema Paese e per la ripresa nel post Covid. Se ne è parlato oggi durante il primo incontro preparatorio della IV Assemblea plenaria della Conferenza Permanente Stato-Regioni-Provincie Autonome-CGIE. “Gli italiani all’estero incrementano nei numeri la propria rappresentanza e sono un fattore di progresso che dobbiamo considerare, agevolando la costruzione di una rete che possa coinvolgerli, metterli al centro della discussione pubblica”, afferma Michele Schiavone, segretario generale del Cgie. Coinvolgere gli italiani all’estero vuol dire “chiudere il cerchio di una rappresentanza diffusa attraverso la quale i connazionali all’estero possano dialogare con le istituzioni e diventare protagonisti della rinascita del nostro paese. La Conferenza Stato-Regioni-Province Autonome–Cgie - prosegue Schiavone - può rappresentare un momento di approfondimento per far ripartire il nostro paese attraverso le potenzialità che lo caratterizzano”. Secondo Marina Sereni, vice ministra agli Affari esteri, “gli italiani all’estero possono essere un fattore di impulso positivo per un’azione di internazionalizzazione del nostro sistema Italia. Il turismo è uno dei settori maggiormente colpiti dalla pandemia e merita una grande attenzione” e in questo senso “la Farnesina sta investendo molto sulla valorizzazione delle potenzialità offerte dal turismo delle radici”.

Si tratta, spiega Sereni, di “un programma promosso dal 2018 dalla direzione generale Italiani all’estero del Maeci per promuovere circuiti turistici espressamente rivolti a italo-discendenti e italiani all’estero, un bacino di utenza ampio che coinvolge circa 60-80 milioni di italiani”. Il segmento del turismo delle radici “valorizza le realtà ‘minori’, un pezzo di Italia che non fa parte dei grandi flussi turistici - prosegue la vice ministra agli Esteri -: stiamo promuovendo la realizzazione di una strategia integrata che coinvolga Regioni, Province e Comuni. Possiamo immaginare di valorizzare questo segmento rendendolo la forza del rilancio di un settore economico che nel 2018 rappresentava il 13% del Pil italiano. Questo progetto - conclude Sereni - può essere un punto di forza della sinergia tra il mondo degli italiani all’estero e il Maeci per quanto riguarda il rilancio del settore”. Il turismo delle radici “fa conoscere l’Italia meno conosciuta ed è coerente con la strategia di Mibact ed Enit di far scoprire il nostro Paese non solo con le destinazioni più note”, afferma Giorgio Palmucci, Presidente ENIT. Palmucci sottolinea l’importanza di collaborare (“Fare sistema con il Maeci e il Cgie dà ottimi risultati”) e punta i riflettori sui Comites, i comitati degli italiani all’estero, che possono essere coinvolti per promuovere il turismo delle radici. Il coinvolgimento dei Comites ha l’obiettivo di “tenere attenta la propensione e l’interesse di venire a visitare nostro paese. Chi meglio dei nostri italiani all’estero può portare un messaggio di sviluppo e di crescita del turismo in Italia?”, conclude Palmucci.

Anche “l’Italia della cultura è stata colpita dalla pandemia ed è in grande sofferenza con un blocco praticamente totale. La decisione di rifinanziare il Fondo per il potenziamento della promozione di lingua e cultura all’estero ci consentirà di puntare su questo settore”, prosegue Sereni sottolineando lo “sforzo straordinario della Farnesina già nella fase più acuta dell’emergenza. Abbiamo varato misure di sostegno con circa 30 milioni di euro investiti per aiutare il comparto culturale e per porre le basi per una nuova narrazione dell’Italia all’estero. Abbiamo commissionato oltre 230 opere realizzate con il coinvolgimento degli artisti: strumenti in grado di raccontare a un pubblico globale il dinamismo dell’Italia di oggi, con attenzione particolare a giovani e donne”. Secondo la vice ministra agli Esteri “all’uscita della crisi ci sarà la necessità di ridefinire il posto dell’Italia nel mondo, che ha bisogno di una nuova narrativa. Lo sforzo del mondo culturale, attraverso la promozione di iniziative all’estero, aiuta a mandare un messaggio positivo, una nuova idea dell’Italia all’estero”. Anche secondo Manlio Di Stefano, sottosegretario agli Affari esteri, “l’enorme comunità italiana all’estero è una base fondamentale per la nostra economia e per la nostra capacità di internazionalizzare. Un patrimonio non da sottovalutare, ma da valorizzare”. Occhi puntati anche su lingua italiana e università: “Assistiamo a una crescita esponenziale di studenti di italiano” all’estero: dobbiamo “intervenire con forza sullo spazio dell’internazionalizzazione delle università italiane”, ha detto Silvana Mangione, vicesegretaria CGIE per i paesi Anglofoni extraeuropei. (red - 26 gen)

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