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Cooperazione e gemellaggi, Cgie-Anci: Coinvolgere gli italiani all’estero

Cooperazione e gemellaggi, Cgie-Anci: Coinvolgere gli italiani all’estero

Tenere conto della presenza degli italiani all’estero e del loro ruolo sul territorio per favorire occasioni di gemellaggio tra Paesi e, più in generale, per rafforzare le attività della cooperazione italiana. Lo ribadiscono il Consiglio generale degli italiani all’estero e l’Anci durante l’incontro “I gemellaggi come volano per lo sviluppo dei territori - sfide e criticità” organizzato dal Cgie. “E’ prioritario individuare le comunità all’estero come agente di sviluppo e canale prioritario di intervento. La rappresentanza italiana nel mondo deve partecipare alla definizione di queste politiche e fornire un contributo ai lavori dei gruppi del Consiglio nazionale della cooperazione”, afferma Antonio Ragonesi, capo Area Cooperazione Internazionale dell’Anci. Secondo Ragonesi “potrebbe essere un’azione importante dare spazio alle attività per gemellaggi e accordi di partnerariato” tenendo in considerazione “l’asset fondamentale delle comunità italiane all’estero”. “Nei rapporti con il Cile, con l’Argentina o con la Libia ad esempio, c’è sempre una forte spinta da parte delle comunità” con la consapevolezza che “la presenza italiana è un ponte naturale di collegamento rispetto alle attività di cooperazione con i comuni italiani”, prosegue Ragonesi sottolineando “l’intima connessione tra le comunità all’estero e la regionalizzazione. Devono essere abbassati un po’ di ostacoli e favorire occasioni di gemellaggi attraverso le comunità”.

L’Anci, spiega Ragonesi, “ha promosso un programma di cooperazione partecipativo per comuni chiamato ‘Municipi senza frontiere’ che coinvolge municipalità italiane e straniere in progetti di cooperazione internazionale: mettiamo insieme un tavolo, coinvolgiamo i comuni italiani sulle priorità tematiche e geografiche e cerchiamo di fare sintesi individuando strumenti finanziari, metodologie e capacità di messa in rete”. Questo, sottolinea, “è coerente con gli obiettivi 2030 e con la nuova legge sulla cooperazione internazionale che ha previsto l’obiettivo del co-sviluppo tra territori puntando sul dialogo e sulla capacità di promuovere sviluppo attraverso il rafforzamento istituzionale”. Secondo Michele Schiavone, segretario generale del Cgie, “essenziale resta l’apporto degli italiani all’estero, veri e propri ‘agenti di sviluppo’: è importante riconoscere il ruolo delle nostre comunità e metterle al centro del dibattito”. “Milioni di connazionali vivono in giro per il mondo e i gemellaggi sono frutto di incontri e mescolanze di culture diverse”, prosegue Schiavone sottolineando la volontà di “rafforzare il rapporto tra Cgie e Anci perché possiamo dare risposte a questioni che le istituzioni italiane non riescono a dare”. (red - 16 feb)

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