Agenzia Giornalistica
direttore Paolo Pagliaro

Se il Comune promette
più multe per tutti 

Se il Comune promette <br> più multe per tutti 

di Salvatore Tropea

Non è del tutto improbabile che quando sarà passata la brutta nottata del Covid gli esperti di medicina e solo loro (ma su questo è difficile azzardare garanzie) ci spiegheranno che il male oscuro contro il quale il mondo sta combattendo da un anno e mezzo ha prodotto qualche danno psicologico e ha in qualche caso compromesso le risorse mentale.
 L’afflusso di parlatori autoproclamatosi esperti nella “qualunque” e ancor più il diffondersi di stravaganti iniziative segnalano già derive che destano più che un sospetto. Prendiamo, per esempio, la decisione del capo del corpo dei vigili urbani di Torino, Emiliano (come Zapata) Bezzon, di incrementare nel 2021 le multe per infrazioni del 30 per cento non rispetto allo scorso anno che scontava la limitazione del traffico per via della pandemia ma prendendo addirittura a riferimento un anno normale come il 2019. Come possa aver trovato ispirazione per questa alzata di ingegno, quasi in contemporanea col discutibile decreto-condono che pure azzera contravvenzioni relative a un passato remoto rispetto alla pandemia, è un mistero che lui ha spiegato girando la responsabilità alla sindaca Chiara Appendino. 
Dunque sarebbero stati in due, lui come esecutore e la pentastellata sindaca uscente come ideatrice, a studiare questo provvedimento che, ancor prima che tra gli automobilisti indisciplinati ha suscitato le reazioni dei vigili contrari a vedersi trasformati in “esattori”. Ora va da sé che le infrazioni andrebbero evitate nel rispetto di quanto stabiliscono le norme del codice stradale ed è altrettanto vero che quando ciò non accade le multe sono giuste e perciò devono essere pagate. Ma che questa ansia legalitaria si scopra in un momento in cui i cittadini sono alle prese con le paure e i bisogni imposti dalla pandemia appare un tantino eccentrico e sopra misura. E diventa odioso quando si apprende che è stata anche indicata una percentuale di incremento che i “gabellieri” dovrebbero rispettare entro l’anno in corso. 
Che è come dire: bisogna fare cassa, motivazione che Bezzon esclude con fermezza e che però non convince una città alle prese con un declino che era esploso con crisi del 2008 e che il Covid ha accentuato. A Torino, e più in generale nel Nord Ovest di cui questa città era la capitale indiscussa a potente negli anni ruggenti della Fiat, oggi si contano decine di aziende in crisi e sono migliaia le attività commerciali che sono sul punto di chiudere i battenti o lo hanno già fatto. Il Pil di Torino è quasi dimezzato rispetto a Milano e il numero dei poveri che ogni giorno fanno la fila davanti ai centri della Caritas è in crescente aumento come va avvertendo da mesi l’arcivescovo Cesare Nosiglia. Tutto questo dovrebbe bastare a consigliare una qualche cautela, una sensibilità e un’attenzione da tempi di emergenza. Tanto più in una situazione in cui il Covid ha provveduto a decongestionare il traffico con le chiusure e le limitazioni che sono in atto da settimane. Ma il comandante Bezzon e la sindaca Appendino non demordono e adducono motivazioni che possono essere e sono indiscutibili in tempi normali. Probabilmente sono convinti che, tanto per parafrasare il grande Toto, “la legge è legge e va sì rispettata”. Dimenticando che il principe De Curtis aggiungeva “ma voi perdeste il senso e la misura". Proprio così.

(© 9Colonne - citare la fonte)