Agenzia Giornalistica
direttore Paolo Pagliaro

LA SUPERLEGA MANDA
LA POLITICA NEL PALLONE

 

La Superlega manda la politica nel pallone, soprattutto dopo che la banca d’investimento americana JP Morgan ha confermato, attraverso il proprio portavoce alla France Press, che la dirompente iniziativa sarà finanziata con circa 3,5 miliardi di euro. Questa volta però la spinosissima questione della scissione annunciata da alcuni dei 12 club più ricchi d’Europa (tutte le inglesi che contano, le due di Madrid, il Barcellona, e per l’Italia Milan, Inter e Juventus: ma mancano all’appello tedesche e francesi) riesce a mettere d’accordo Boris Johnson e Macron, la Commissione Europea e i paesi più piccoli. Tutti contrari al modello Nba, o Superlega europea di basket, in nome della “morte del calcio”. Il più netto finora è stato il premier britannico Johnson, del resto il più coinvolto visto che metà dei club che hanno fondato la SuperLeague vengono proprio da una Premier (Arsenal, Manchester City e United, Chelsea, Tottenham,

Liverpool) che visto il ban annunciato dalla Uefa potrebbe ora ritrovarsi dimezzata. “Il piano per una Super League europea sarebbe molto dannoso per il calcio, sosteniamo le autorità calcistiche nell'agire – afferma Johnson, riferendosi a Uefa e Fifa - sarebbe un duro colpo ai campionati nazionali e affliggerebbe i tifosi di tutto il Paese”. E ancora: “I club coinvolti devono rispondere ai propri tifosi e alla comunità calcistica prima di fare ulteriori passi”. Ben diversa la situazione del presidente francese Emmanuel Macron, che condanna la nascita della Superlega perché "minaccia il principio europeo del merito sportivo" ma può sorridere per la mancata adesione, almeno per il momento di tutti i club transalpini, compreso il ricchissimo Paris Saint Germain. Prende posizione anche la Commissione Europea, tramite il suo vicepresidente Margaritis Schinas, che spiega: “Dobbiamo difendere un modello di sport europeo basato sui valori, sulla diversità e l'inclusione. Non c'è spazio per riservarlo ai pochi club ricchi e potenti che vogliono recidere legami con tutto ciò che le associazioni rappresentano: campionati nazionali, promozione e retrocessione e sostegno al calcio dilettantistico di base. Universalità, inclusione e diversità sono elementi chiave dello sport europeo e del nostro stile

di vita europeo”.

 

DALL’ITALIA. E l’Italia? Il premier Mario Draghi afferma: “Il Governo segue con attenzione il dibattito intorno progetto della Superlega calcio e sostiene con determinazione le posizioni delle autorità calcistiche italiane ed europee per preservare le competizioni nazionali, i valori meritocratici e la funzione sociale dello sport”. Da molti dei partiti di maggioranza sono già arrivate parole chiare: per il segretario del Pd Enrico Letta è una idea “sbagliata e decisamente intempestiva. In Europa il modello NBA degli Stati Uniti non può funzionare. Nel calcio e nello sport la forza sta nella diffusione, non nella concentrazione. E nelle belle storie tipo Atalanta, Ajax, Leicester” . Per Matteo Salvini “il calcio e lo sport sono di tutti, non di pochi privilegiati. Mi piacciono le vittorie conquistate con il sudore sul campo, non quelle comprate coi milioni in Borsa”. E per il Movimento 5 Stelle “da tifosi e da appassionati sportivi non si può che restare attoniti di fronte al progetto "SuperLega" delle maggiori squadre europee, tra cui tre italiane”. (Sis – 19 apr)

(© 9Colonne - citare la fonte)