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direttore Paolo Pagliaro

MILANO, ALBERTINI:
NON MI RICANDIDO

“Salvini mi ha chiesto di prendere un po' di tempo e rifletterci. E stato talmente generoso nelle sue lodi che ho accettato. Ma gli ho anche chiesto di capire quale fosse la posizione di Berlusconi. Non lo avevo più sentito da quella volta in cui mi aveva offerto il massimo che un leader può offrire a un suo adepto: il ministero che volevo e un posto sicuro al Senato”, in cambio di “rinunciare alla mia candidatura alla presidenza della Lombardia con Scelta civica dopo che era stato siglato l'accordo con la Lega che prevedeva la candidatura di Maroni e il premio di maggioranza al Senato. Sarebbe stato conveniente accettare, ma ho fatto una scelta di lealtà verso Monti. Berlusconi si è giustamente risentito e ha pensato a un tradimento”. Così Gabriele Albertini, in una intervista al Corriere della Sera, parla della sua mancata candidatura a sindaco di Milano, in una intervista al Corriere della Sera. E, su Berlusconi, aggiunge che “mi era stato riferito che avrebbe preferito Maurizio Lupi e che lo avrebbe sostenuto anche economicamente per la sua campagna elettorale. Mi ha assicurato che la frase non è mai stata pronunciata”. Inoltre evidenzia che è “il terzo sondaggio di Eumetra che mi dà in vantaggio. Nel sondaggio della Ghisleri sono dietro a Sala di 3,6 punti, ma 1 o 2 punti dipendono dal fatto che la candidatura era solo virtuale. Certo, se fosse andato peggio mi avrebbe messo più tranquillo. Invece uno mi dà vincente e l'altro quasi vincente. . .”. Ci sono margini per ripensarci? “Non credo proprio. Quando mia moglie Giovanna ha capito che gli attestati di stima, gli sms di sostegno, le telefonate di due ex presidenti del Senato, di un presidente della Camera, di un cardinale, di un generale a quattro stelle e persino di Tremonti, mi stavano facendo perdere la testa, è intervenuta e mi ha impedito di finire nel baratro. ‘Non ti sognare neanche lontanamente di fare quella vita lì, questi sono gli anni della nostra serenità’. Non so chi potrebbe convincere mia moglie. Forse se ci fossero ancora Montanelli e il Cardinal Martini, ma non credo...”. Ma si mette a disposizione comunque del centrodestra: “Se ci fosse un candidato credibile sono pronto ad aiutarlo sempre che mi venga richiesto. Anche con una lista”. E della frase di Sala (“Farò di tutto per convincere Albertini a votarmi”) commenta: “Mi rammarico che Sala abbia banalizzato la mia proposta rifugiandosi in una battuta ridicola che non mi ha fatto assolutamente ridere perché l'argomento è terribilmente serio. E’ la ‘sfida del vincitore per la concordia’. Ripropongo la sfida e invito il sindaco a rispondermi. Se Sala fosse riconfermato si sentirebbe autorizzato a fare scelte così gigantesche come investire i 20 miliardi del Pnrr senza coinvolgere l'altra metà di Milano? Sei capace di farlo? I tuoi partiti non vogliono e tu hai la forza per opporti? Sei legato alla sedia? Sei capace di metterla in gioco per fare una scelta giusta e necessaria per tutta la cittadinanza”. (7 MAG - red)

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