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direttore Paolo Pagliaro

Cina: la ricchezza c’è
ma non va esibita

Cina: la ricchezza c’è <BR> ma non va esibita

di Paolo Pagliaro

Nella classifica aggiornata dei 100 uomini più ricchi al mondo, 38 sono cinesi. In Cina i miliardari misurati in dollari dalla società di ricerche Hurun sono 1058, il 50% in più di quelli che si contano negli Stati Uniti. Secondo il responsabile del Rapporto Hurun Il mondo non ha mai visto tanta ricchezza creata in un solo anno, che in Cina è stato sì l’anno del covid ma anche quello dell’impennata dei mercati azionari, dell’ ondata di nuove quotazioni e della forte crescita del settore tecnologico.
Se in Cina non vige il divieto di accumulare ricchezza, c’è però quello di ostentarla. Scrive Wired che l’app Douyin - ovvero il nome con cui TikTok è conosciuto in Cina – ha vietato di mettere in mostra automobili lussuose e denaro sui profili degli iscritti. WeChat, applicazione presente in pressoché tutti gli smartphone, si è spinta oltre, vietando espressamente i comportamenti volgari e diseducativi . Sono stati chiusi migliaia di account di altrettante influencer, abituate a esibire la loro agiatezza. TikTok alias Douyin ha deciso di eliminare i contenuti che, citiamo, “inquinano la comunità” e “mettono in pericolo il benessere fisico e mentale dei giovani”, compresi i post che promuovono il culto del denaro, prendono in giro i poveri, ostentano in modo inappropriato lo status sociale, mostrano grandi mazzette di contanti o coinvolgono minori con beni di lusso.
Biasimo della cafonaggine a parte (importabile), il compromesso è al ribasso: se la ricchezza non si può distribuire equamente- come era negli intenti dei padri fondatori - che almeno la si nasconda.

(© 9Colonne - citare la fonte)