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Lavoro, Ciprini (M5s): salario minimo, ora è il turno dell’Italia

Roma, 15 ott - Lo scorso 13 ottobre la Camera ha approvato in prima lettura il testo di legge unificato che contiene misure volte a sostenere la partecipazione delle donne al mercato del lavoro e a favorire la parità retributiva tra i sessi. Ma, in tema di lavoro e di retribuzioni, il Movimento 5 Stelle guarda già oltre: “Una questione che deve essere affrontata con urgenza è l’introduzione del salario minimo in Italia – spiega a 9colonne Tiziana Ciprini, deputata pentastellata componente della commissione Lavoro - Questa misura esiste già in 21 Paesi dell’Unione europea su 27e adesso deve essere necessariamente il nostro turno. Questo perché nel nostro Paese ci sono ben 4,5 milioni di lavoratori e di lavoratrici che guadagnano meno di 9 euro lordi l’ora e inoltre l’Italia è l’unico Paese europeo che ha visto diminuire i propri stipendi rispetto al 1990. Tra l’altro ci sono degli importanti studi, come quello condotto dall’Università di Harvard sulla Germania, che hanno dimostrato come l’introduzione di questa misura abbia comportato dei benefici in termini di aumento di Pil e di occupazione” mette in luce la parlamentare, che conclude: “Per questo, il Movimento 5 Stelle ha depositato fin dal 2018 una proposta di legge per l’introduzione del salario minimo, che prevede un principio di buonsenso: ovvero che nessun lavoratore e nessuna lavoratrice possano guadagnare meno di quanto previsto dai contratti collettivi nazionali di lavoro più rappresentativi e, comunque, il salario stabilito dal contratto stesso non potrà mai scendere sotto i 9 euro lordi l’ora. In questo modo si rafforzerebbe la contrattazione sana, andando a contrastare i cosiddetti contratti pirati e la concorrenza sleale”. (PO / Roc) ////

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