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CILE, LA RIVOLTA DEL 2019
RIESPLODE A SANTIAGO

CILE, LA RIVOLTA DEL 2019 <BR> RIESPLODE A SANTIAGO

Migliaia di persone si sono radunate ieri in diverse città del Cile per commemorare il secondo anniversario della rivolta contro le disuguaglianze sociali, durante una giornata iniziata e svoltasi per la maggior parte del tempo in maniera festosa e pacifica ma che si è conclusa con saccheggi e scoppi di violenza. Barricate, attacchi a una stazione di polizia e saccheggi di alcuni negozi in diverse città hanno infatti oscurato questa giornata di raduno di massa. Almeno trenta persone sono state arrestate e cinque agenti di polizia feriti, secondo un rapporto preliminare del governo.

La concentrazione più massiccia è avvenuta nella centrale Plaza Italia a Santiago del Cile, con circa 10mila persone presenti, secondo i primi dati forniti dalle autorità di polizia, la maggior parte delle quali hanno manifestato pacificamente, con canti e musica, dal primo pomeriggio fino a tarda notte. Nell'autunno del 2019, questa piazza, ribattezzata dai manifestanti "Piazza della dignità", era stata per settimane l'epicentro delle manifestazioni nella capitale e qui si contarono oltre trenta morti negli scontri con la polizia.

Nelle vicinanze di questo luogo, le forze di polizia cilene hanno segnalato l'incendio di diverse fermate di autobus urbani, l'incendio dell'ingresso di un vicino parco a seguito del quale hanno lanciato una molotov e diversi scontri con alcuni gruppi di persone. I media locali hanno riportato l'incendio di un veicolo civile nella città settentrionale di La Serena e diversi disordini e saccheggi di locali commerciali a Valparaíso, sulla costa centrale. I “carabineros” hanno anche riferito dell'incendio di una casa abbandonata, dichiarata patrimonio storico, nella città settentrionale di Antofagasta. “Siamo in presenza di alcuni criminali che usano queste occasioni per commettere crimini, saccheggiare, bruciare, rubare per attaccare Carabineros, civili e proprietà pubbliche e private”, ha detto il ministro dell'Interno Rodrigo Delgado in una conferenza stampa nella sede del il Governo, al palazzo de La Moneda.

Il ministro ha condannato le azioni violente e ha chiesto un ripensamento della legge sull'indulto in discussione al Congresso e mirata a “graziare” i detenuti delle proteste del 2019, che alcuni settori politici e sociali chiamano "prigionieri politici". “Non ci sono prigionieri politici qui – ha detto Delgado -. Le trenta persone che sono state arrestate oggi e coloro che sono stati privati della libertà, se i loro reati verranno provati, saranno private della libertà per i crimini che hanno commesso nell'ambito di una manifestazione, non per le loro idee”. Alla fine del 2019 il Cile ha vissuto la più grave crisi sociale dalla fine della dittatura di Augusto Pinochet (1973-1990), iniziata come protesta contro l'aumento del prezzo del biglietto della metropolitana e trasformata in una rivolta per un modello più equo a livello economico e per un maggior rispetto dei diritti sociali. (19 OTT - deg)

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