“La maggior parte degli atti di antisemitismo di questi anni sono online. Sui social, nei motori di ricerca o, in generale, nel web, passano molti contenuti, slogan, meme e immagini ripresi dalla propaganda nazista. Abbiamo ancora la propaganda antisemita del nazismo, ripresa oggi in rete, e ovviamente i giovani la vedono”. Così Milena Santerini, coordinatrice nazionale per la lotta contro l’antisemitismo alla Presidenza del Consiglio. “Il problema non è soltanto reprimere – ha spiegato a 9Colonne - ma intervenire sui social media e sulla rete per rimuovere i contenuti d’odio. Per esempio, abbiamo un accordo con Google per spingere in alto i nostri contenuti, cioè quelli sui pregiudizi che abbiamo pubblicato nella pagina del Governo ‘No Antisemitismo’, invece della propaganda antisemita. Abbiamo anche un incontro con Tik-Tok per avere un canale privilegiato di segnalazione dei dati relativi all’antisemitismo. Tutte queste iniziative servono a prevenire e a rimuovere dalla rete tutto l’odio” Nel caso delle denunce dovute a comportamenti antisemiti, Santerini ha invece dichiarato: “Su questo stiamo lavorando insieme al Ministero della Giustizia: è necessario che i colpevoli vengano puniti, ma in molti casi bisogna intervenire con misure riparative e alternative, non solamente con la denuncia o con il carcere. In altre parole, un problema culturale come quello del pregiudizio, dell’odio, dell’antisemitismo e del razzismo, non si affronta soltanto con le misure punitive tradizionali; va affrontato anche con la riparazione. Le persone – conclude - devono capire che l’odio fa male e devono poter incontrare le vittime. Attraverso queste misure riparative dobbiamo far comprendere, specialmente ai giovani, il danno fatto”. (8 feb - red)