Agenzia Giornalistica
direttore Paolo Pagliaro

PROFUGHI, TRA I BIMBI
TRAUMI DA IPERALLERTA

"Impauriti, fragili, destabilizzati". E' la fotografia scattata dal Annarosa Colonna, neuropsichiatra infantile di Antoniano - centro fondato nel 1954, quando i frati minori del Convento di Sant'Antonio di Bologna -, dopo aver incontrato e visitato un primo gruppo di bambini ucraini in fuga dalla guerra arrivati a Bologna con le loro mamme. "Al momento abbiamo avuto modo di incontrare solo un numero ridotto di minori con e senza disabilità - aggiunge la neuropsichiatra - ma abbiamo notato che tutti manifestano difficoltà comportamentali dovute all'esperienza traumatica che hanno vissuto: si tratta, in particolare, di manifestazioni di iper-allerta con disregolazione emotiva. Sono bambini attenti ad ogni piccola variazione dell'ambiente (rumori, movimenti e tutto ciò che accade intorno a loro) a cui rispondono con un'iperattivazione (si alzano, si avvicinano subito all'adulto di riferimento e interrompono l'attività che stavano svolgendo). Queste manifestazioni sono ancora più evidenti in caso di disabilità dove i comportamenti disadattivi sono estremizzati. Questi primissimi incontri ci confermano quanto sia davvero fondamentale stare accanto ai bambini in fuga dalla guerra anche dal punto di vista psicologico". A tre mesi dall'inizio del conflitto in Ucraina, sono circa sei milioni i bambini in fuga e tra questi oltre 39.000 hanno trovato rifugio in Italia. Si tratta di bambini che, prima di raggiungere un posto sicuro, hanno vissuto in prima persona non solo gli orrori della guerra, ma anche un distacco improvviso dalla propria quotidianità e dal proprio ambiente. "Bambini a cui è molto importante stare accanto non solo dal punto di vista materiale, ma anche dal punto di vista emotivo - spiega fra Giampaolo Cavalli, direttore dell'Antoniano, che sin dall'inizio dell'emergenza si è attivato per sostenere le persone in fuga dalla guerra, offrendo sia aiuto materiale che supporto emotivo e psicologico attraverso il centro terapeutico e il centro di ascolto dell'organizzazione. "I bambini ucraini che arrivano in Italia - aggiunge - sono stati sono sottoposti ad un trauma nel trauma. Non possiamo cancellare quello che hanno visto e vissuto, ma dobbiamo fare tutto il possibile per aiutarli a superare l'orrore che sono stati costretti ad affrontare. Per questo noi dell'Antoniano con la rete di Operazione Pane e grazie al prezioso aiuto dei nostri volontari e operatori specializzati siamo al loro fianco per sostenerli in tanti bisogni". 

Tra le iniziative messe in campo a supporto dell'emergenza Ucraina, il Centro Terapeutico di Antoniano - che dal 1981 si occupa di percorsi di riabilitazione, benessere e prevenzione per i bambini in età evolutiva - ha organizzato a Bologna una giornata "a porte aperte" per le famiglie e i bambini ucraini arrivati in questi mesi con visite specialistiche riabilitative multiprofessionali. Per agevolare la comunicazione con i bambini e le mamme, i medici e gli operatori del Centro Terapeutico hanno realizzato delle tabelle di comunicazione in simboli e italiano-ucraino, utili per superare le barriere linguistiche e instaurare un dialogo diretto durante le visite. Lo staff medico è stato aiutato anche da Nataliia, una ragazza ucraina fuggita dalla guerra che prima del conflitto lavorava a Leopoli come educatrice. "Cefalea, difficoltà di sonno e mancanza di concentrazione sono i sintomi ricorrenti che abbiamo riscontrato nei bambini visitati - aggiunge Annarosa Colonna - e si tratta delle conseguenze del continuo stato di allerta cui sono sottoposti questi bambini da quando è iniziata la guerra". L'esperienza traumatica che hanno vissuto non abbandona i bambini, nonostante ora siano al "sicuro" e lontani dalla guerra. «Una mamma che è scappata con i due figli, lasciando il marito in Ucraina a combattere - aggiunge Colonna - mi ha spiegato che il figlio, in età scolare, è sempre collegato al cellulare per sapere quando scattano gli allarmi e se ci sono incursioni aeree. Il bambino corre sempre da lei non appena riceve la comunicazione e così anche lei è sempre in allerta: è come se ci fosse un filo continuo tra loro e la guerra che hanno lasciato che non gli permette mai di sentirsi al sicuro e ritrovare energie rinnovate per affrontare la quotidianità. Durante la visita, il bambino reagiva con comportamenti istintuali di fuga anche in risposta a semplici rumori ambientali (si alzava in piedi di scatto sentendo una porta aprirsi)". "La prima cosa da fare per prevenire o gestire un disturbo post traumatico è diminuire lo stato di allerta costante in cui vivono sia gli adulti sia i bambini - conclude l'esperta - sarebbe di grande aiuto avere a disposizione uno spazio esperienziale che, attraverso canali non verbali ma espressivi - come l'arte, la musica e il movimento - possa accedere alla componente emotiva in modo delicato e graduale, permettendo una rielaborazione dei vissuti ed una riduzione dello stato di attivazione". L'Antoniano si sta adoperando per attivare dei laboratori per i bambini ucraini anche con disabilità pensati proprio per aiutarli a superare il trauma. Tra questi, un lab di arteterapia che permetta di mettere l'aspetto emotivo in uno spazio grafico, materico. L'Antoniano si è attivato sin dall'inizio della guerra per sostenere le persone in fuga arrivate in Italia e per portare supporto in Ucraina e ai confini. In particolare, sta sostenendo alcune strutture francescane in Ucraina, a Konotop, Odessa e Kiev, e una struttura in Romania impegnata ad offrire supporto alle mamme e ai bambini che attraversano il confine dell'Ucraina, non solo con aiuti primari ma un sostegno concreto per integrarsi e inserirsi nel mondo del lavoro, a partire dall'insegnamento della lingua rumena. In Italia - oltre ad aver attivato a Bologna servizi di accoglienza, sostegno alimentare, formazione, integrazione e supporto emotivo - attraverso la rete solidale di Operazione Pane, l'Antoniano sta aiutando altre realtà francescane impegnate nell'accoglienza degli ucraini in fuga dalla guerra, come il convento di Bordighera e quello di Montenero, in provincia di Imperia. Da Bologna a Palermo sono oltre un centinaio le donne e i bambini che sono stati già raggiunti dalla rete di Operazione Pane ricevendo accoglienza, presso le strutture dei frati francescani o presso privati, e supporto: dai pasti ai beni di prima necessità come farmaci, pannolini, indumenti, biancheria. Per aiutare la popolazione colpita dalla guerra l'Antoniano ha attivato una campagna di raccolta fondi. (23 mag - red)

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