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(In)sicurezza pubblica
nel “Paese dell’impunità”

(In)sicurezza pubblica <br> nel “Paese dell’impunità”

di Piero Innocenti

Non sono (ancora) ossessionato dalla grave insicurezza pubblica che da tempo sta caratterizzando la vita quotidiana di molti cittadini, ma sono molto preoccupato dalle tante violenze e impunità a cui assistiamo e dalla perdurante, insopportabile disattenzione della classe politica dirigente su questo tema.  L’ultimo gravissimo episodio è di pochi giorni fa sul Lago di Garda con un maxi raduno (annunciato da giorni su Tik Tok) di migliaia di giovani figli di immigrati africani in Italia che al grido di “Africa a Peschiera”  hanno letteralmente preso d’assalto locali, stabilimenti e mezzi di trasporto pubblico, molestando anche alcune ragazze, causando danni e panico tra i turisti (essendo il raduno annunciato le autorità di ps cosa hanno fatto sul piano della prevenzione?).

Il presidente della regione Veneto Luca Zaia, in una intervista al Corriere della Sera del 6 giugno ha, tra l’altro, invocato più severità, leggi da cambiare, di pericolosa assuefazione alla violenza diffusa, di “paese dell’impunità” e non può che far piacere che si sia accorto anche lui di questa situazione. “Non possiamo chiuderci in casa e circondarci di inferriate” ha anche detto Zaia facendomi tornare alla mente il desolante quartiere dei benestanti cittadini di Bogotà (Colombia) dove ho pure vissuto per alcuni anni, le cui case erano tutte munite di grate in ferro e, per lo più, vigilate di notte da custodi privati armati di fucile per difendersi dalle incursioni di ladri e rapinatori.
Quando lasciai il nostro paese, nel 1994, era davvero singolare che si vedessero inferriate di ferro alle finestre per proteggersi dalle intrusioni di malviventi. Da alcuni anni, ormai, da noi è diventata quasi normale la “fortificazione” degli appartamenti con porte blindate, grate alle finestre (anche ai piani alti), sistemi di allarme. Sistemi che non scoraggiano malviventi come è capitato, alcuni giorni fa, a Cinisello Balsamo (Milano) con un ottantacinquenne sequestrato in casa da tre banditi che sono riusciti a rubare una considerevole somma di denaro in contante custodita nella cassaforte. Un’aria pesante che si respira in diverse città dove può capitare di essere violentati in strada (è successo ad una quindicenne,a Roma, da una gang di ragazzini tutti identificati dalla polizia), di essere accoltellati per aver opposto resistenza al tentativo di rubare il cellulare (a Firenze), ad un assalto, fallito, ad un portavalori a colpi di kalashnikov (a Cagliari), ad un agguato a colpi di pistola contro l’auto di un boss della droga (ad Anzio). Per non parlare delle “imprese” criminali di agguerrite bande di giovani e giovanissimi che spesso spadroneggiano in interi quartieri cittadini (vedi, per ultimi, gli episodi a Brescia,e a Cremona). Una situazione destinata a peggiorare con l’estate alle porte e con presidi delle forze di polizia sul territorio sempre modesti rispetto alla realtà criminale di ogni giorno. 


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