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Maxi Manzo vince il Flaiano: Così racconto i viaggi delle radici

Maxi Manzo vince il Flaiano: Così racconto i viaggi delle radici

Ph. Andrea Straccini

Con il docufilm “El vestido de Dora”, Maximiliano Manzo, per tutti Maxi, si è aggiudicato il Premio Flaiano per la prima edizione Under 35 della sezione di Italianistica intitolata a Luca Attanasio. Classe 1987, nato a Mar del Plata, in Argentina, Manzo in questo documentario ha raccontato l’esperienza del percorso di ricerca delle proprie radici, cercando di arrivare a tutti gli italiani discendenti, figli e nipoti dell’emigrazione che ha visto protagonista il nostro Paese, e invogliarli ad andare alla scoperta del proprio retaggio. Un premio meritato e, ammette candidamente Maxi a 9Colonne, un po’ inaspettato: “Sì, non pensavo di vincere, anche se ero perfettamente a conoscenza della qualità di quest’opera. È stata un’emozione grande perché è sì un progetto che parla della mia storia, ma è anche la storia di tanti ragazzi che discendono dagli emigrati italiani. Credo che questo documentario abbia una sorta di missione speciale, un discorso che va oltre la sola visione, ovvero sensibilizzare le comunità locali sulla tematica del turismo delle radici, stimolare i ragazzi ad andare a ritrovare i luoghi dai quali è partita la loro storia. Credo che far parte della comunità italiana oggi più che mai sia una risorsa”. Attraverso il linguaggio delle arti e dello storytelling, Maxi Manzo parte da Tornareccio, in provincia di Chieti, paese d’origine della nonna Dora, che con i suoi racconti sulle tradizioni e le storie d’Abruzzo ha segnato la sua giovinezza, spingendolo a conoscere da vicino i luoghi che gli descriveva. E a compiere, a sua volta, quel viaggio sulla rotta del turismo delle radici.

A tal proposito, Manzo è certo dell’importanza, per i discendenti degli italiani, di questa iniziativa: “Siamo in un momento in cui noi discendenti vogliamo raccontare la nostra visione della Storia. Noi torniamo con l’obiettivo di scoprire per risanare l’albero genealogico sradicato nelle nostre vite. Non ci sentiamo turisti, siamo persone che tornano a casa, per scoprire tradizione, cultura, lingua; siamo ambasciatori’ di questa italianità all’estero. Vogliamo conoscere la realtà della nuova Italia, non si può vivere di soli ricordi; questo ci pone un passo avanti rispetto ai nostri nonni e genitori”. Musicista, operatore culturale, Consigliere del Consiglio Regionale Abruzzesi nel Mondo, membro della Rete dei Giovani Italiani nel Mondo della Commissione VII del Consiglio Generale degli Italiani all’Estero, a Buenos Aires ha svolto funzioni nella “Direzione della Collettività del Governo della Città di Buenos Aires” come coordinatore artistico del programma “Buenos Aires Celebra”. È lo stesso Manzo a spiegare a 9Colonne come nasce il suo legame con l’Italia, diventato parte integrante del suo lavoro e della sua vita: “La voglia di scoprire le mie radici è cominciata nel 2009. Mi sono avvicinato molto alla vita associativa della mia comunità e ho capito che la collettività italiana era un’opportunità per portare avanti la mia vocazione che è la comunicazione. In Argentina il ‘Sistema Italia’ è una rete importantissima, impegnata per portare artisti e personalità che portino un messaggio di italianità alla nostra comunità. Dal Ministero degli Esteri a tutte le istituzioni, c’è un grande spirito di collaborazione e di apertura: comprendono a pieno la passione che proviamo, figlia di nostalgia e amore per la nostra Italia”. (Feb – 12 lug)

(© 9Colonne - citare la fonte)