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Vignali: Dal voto elettronico criticità e punti di forza

Vignali: Dal voto elettronico criticità e punti di forza

Criticità, punti di forza e opportunità di sviluppo: sono questi i punti emersi dall’audizione alla Commissione Affari esteri della Camera dei Deputati dove è intervenuto Luigi Maria Vignali, Direttore Generale del Ministero degli Affari esteri e della cooperazione internazionale per gli italiani all’estero e le politiche migratorie, parlando della sperimentazione del voto elettronico in occasione del rinnovo dei Comites, svoltosi lo scorso 3 dicembre a Berlino, Monaco, Londra, Marsiglia, L’Aja, Houston, San Paolo, Tel Aviv e Johannesburg. Una simulazione digitale, parallela al voto cartaceo, fondamentale per dettare la linea del Paese in vista di future chiamate al voto e per rendere sempre più tecnologiche le infrastrutture. “Abbiamo scelto le sedi Comites della sperimentazione guardando la grandezza della collettività, il livello di digitalizzazione del Paese, il tasso di cittadini residenti registrati e la presenza di un fuso orario che ci desse l’opportunità di far bene la sperimentazione” ha spiegato Vignali, presentando poi dati numerici interessanti: su una platea di 7756 optanti digitali (cioè che poteva scegliere di votare on line), solo 1236 erano dotati di Spid di secondo livello (requisito necessario per accedere alla piattaforma Io Voto); gli effettivi votanti sono stati 672, mostrando una propensione al voto digitale maggiore rispetto a quello per corrispondenza.

Come era prevedibile, non sono mancate le criticità: “L’infrastruttura che ha permesso il voto è stata ospitata nel cloud Oracle, ma non in un cloud nazionale. Questa soluzione potrebbe essere quindi replicata per le elezioni a platee ristrette come quelle dei Comites, certamente non per votazioni nazionali o referendarie, a meno che non si arrivi a un cloud del polo strategico nazionale. I rischi maggiori potrebbero arrivare dagli attacchi hacker: in uno stress test che abbiamo fatto è stato evidenziato che esiste un rischio cibernetico di livello medio. Il rischio maggiore è quello di possibili “infiltrati” all’interno del sistema. Un attacco informatico potrebbe anche vedere l’andamento delle votazioni mentre sono in corso, così come impedire ai votanti di esercitare il loro diritto, impedendo al sistema di funzionare”. Necessario, quindi, un monitoraggio attivo 24 ore su 24, l’investimento di maggiori risorse (per questa sperimentazione del digitale in parallelo al cartaceo sono stati stanziati 9 milioni di euro, la maggior parte per le operazioni legate al voto cartaceo, ha spiegato Vignali) e un’adeguata formazione del personale. Anche perché, oltre alle criticità sono emersi interessanti punti di forza, come ha illustrato il Direttore Generale: “I giovani tra i 20 e 39 anni hanno mostrato una maggior propensione all’uso della tecnologia, quindi possiamo dire che la scelta di votare digitalmente è stata un successo. I votanti con il sistema cartaceo sono stati il 3,9%, quelli che hanno scelto anche l’opzione digitale il 15%. Alla Farnesina crediamo nell’importanza di continuare a lavorare sul voto elettronico e di proseguire nell’importante lavoro per garantirne il pieno svolgimento in totale sicurezza”. (Feb – 13 lug)

(© 9Colonne - citare la fonte)