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Francia, Lolli (Console a Metz): Così assistiamo la collettività italiana

Francia, Lolli (Console a Metz): Così assistiamo la collettività italiana

Per gli italiani che vivono all’estero i contatti all’interno delle strutture consolari, delle ambasciate, con le figure amministrative emanazione del Ministero degli Esteri e della Cooperazione Internazionale sono estremamente importanti, in alcuni contesti fondamentali per il rispetto delle buone prassi di vita quotidiana, per le attività burocratiche essenziali. Eppure, con particolare riferimento alle realtà consolari, la loro funzione non è “meramente” burocratica, abbracciando invece a trecentosessanta gradi gli aspetti della vita dei cittadini italiani residenti all’estero. Ne abbiamo parlato con Emilio Lolli, Console generale a Metz dal 18 marzo 2019 per la regione Grand Est e il Territorio di Belfort, in Francia. “La passione, perché di passione si può parlare, per la politica estera, per la diplomazia, è qualcosa che ho provato la prima volta quando ero ancora adolescente – racconta il Console Lolli a 9 Colonne –. La passione per le relazioni internazionali è qualcosa di molto antico, mentre la passione per la dimensione consolare, che è un aspetto delle relazioni internazionali, è nata più recentemente, durante la mia esperienza lavorativa al Ministero degli Esteri”. Il primo incarico consolare è del 2013-2014 a Colonia, una proposta da cui “rimasi folgorato: la dimensione consolare è forse quella che più si addice alla mia personalità, alle mie inclinazioni. Il diplomatico, l’ambasciatore o chi lavora in ambasciata cura i rapporti politici, economici, culturali tra il Paese in cui si trova e il Paese che lo ha inviato; il Console, soprattutto in consolati di storia più antica, ha la funzione di occuparsi della collettività italiana che a suo tempo emigrò in quella regione. C’è una forte vicinanza alla collettività, bisogna avere anche la vocazione sociale, e occorre lo spirito di servizio, il piacere di cercare di far funzionare le cose per dei connazionali che vivono all’estero. Il Consolato è una sorta di piccolo Comune all’estero”.

Grand Est, una storia di integrazione di successo
La collettività trovata a Metz nel 2019 offriva un riscontro molto positivo in termini di inserimento della collettività italiana nel tessuto sociale francese. “Credo che quella degli italiani in Francia, per la mia circoscrizione consolare, sia una storia di successo che ha visto i nostri connazionali partire da una condizione economica e sociale non facile, con lavori molto duri e pericolosi: penso alla siderurgia, alle miniere negli anni ‘50 e ’60. Grazie al loro lavoro, alla volontà di integrare se stessi e i figli nella società francese, oggi tanti giovani italiani lavorano nel settore bancario, hanno fatto carriera politica, c’è stata una enorme progressione sociale ed economica. Gli italiani che migrarono soprattutto in Lorena sono stati animati da una volontà ferrea di integrarsi, crescere, contribuire al benessere del territorio in cui sono emigrati. Credo che siano stati una ricchezza per il Paese che li ha accolti e che ha dato loro la possibilità di crescere, perché questo non è scontato: la Francia ha accolto i nostri connazionali e nel prendere atto che loro volevano integrarsi, contribuire, ha permesso loro di crescere da tutti i punti di vista, economico sociale culturale politico. Un altro elemento è la nuova mobilità resa possibile dalla nostra appartenenza allo spazio europeo: l’elemento più caratterizzante è quello degli italiani di origine magrebina, soprattutto marocchina, che dopo aver vissuto tanti anni in Italia, avervi lavorato e creato una famiglia, dopo la crisi soprattutto del 2008 hanno dovuto affrontare una seconda emigrazione questa volta verso la Francia”.

Emergenze amministrative: dal Covid alle Elezioni politiche
Poi, nel 2020, la pandemia ha mutato necessariamente gli equilibri di lavoro anche in Consolato. “Abbiamo adottato misure molto rigide: dopo aver avuto una iniziale situazione caotica, ci siamo attrezzati per evitare che la salute dei miei collaboratori potesse essere messa a rischio. Abbiamo privilegiato il rapporto a distanza non potendo più ospitare le persone nel salone d’attesa; abbiamo mantenuto i servizi online centellinando gli ingressi degli utenti ad orari più precisi per evitare che si creassero situazioni di affollamento; abbiamo permesso che il rapporto con gli impiegati potesse avvenire anche laddove ci fossero delle operazioni da fare in presenza attraverso sportelli, con vetri rigidamente sigillati, con l’uso della mascherina”. L’era del post fase acuta della pandemia ha portato a una normalità che continua a mantenere alcuni gesti di prevenzione, come la mascherina negli ambienti comuni e un rigido controllo degli ingressi. “La fase emergenziale è passata, obiettivo di oggi è cercare di rendere un servizio efficiente concentrando le risorse umane sulle sfide più forti. Per esempio: ogni estate dobbiamo assolutamente consentire ai connazionali di avere il passaporto, soprattutto nel caso di italiani di origine marocchina che desiderano rientrare in Marocco e portare i bambini dai nonni, ritrovarsi nella famiglia di origine. La gestione di queste pratiche burocratiche è particolarmente onerosa ma è stata resa possibile, nel rispetto delle necessità dei richiedenti, grazie all’aiuto dei miei ottimi collaboratori che brillano per disponibilità e flessibilità. Ad esempio, oltre al sistema per appuntamenti ci siamo riservati degli slot liberi che abbiamo utilizzato per coloro che avevano urgenza del passaporto e non potevano aspettare”. Nella fase finale della gestione passaporti si è aggiunto un altro appuntamento, quello delle elezioni politiche che vede impegnati anche gli italiani residenti all’estero. “Stiamo lavorando alacremente per far fronte alle necessità e alle diverse esigenze. È importante ricordare e sottolineare ancora una volta l’importanza del voto: tutti i connazionali iscritti all’AIRE hanno la possibilità di votare, riceveranno il plico elettorale e noi siamo qui per cercare di far votare tutti quelli che vogliono farlo. Nonostante queste elezioni ci abbiano colti un po’ di sorpresa, siamo riusciti a riorganizzarci per tutti gli adempimenti e questo ci permette di affrontarle serenamente, con impegno ma con una relativa tranquillità”. Il voto degli italiani all’estero ha date e scadenze diverse rispetto ai connazionali in patria: “A partire dal 7 settembre verranno inviati i plichi elettorali, il voto avverrà per corrispondenza. Dopo aver ricevuto il plico i connazionali voteranno e rinvieranno la scheda; una volta ricevute, le schede saranno inviate a Roma, dove verranno scrutinate insieme alle schede degli italiani che hanno votato in Italia”.

La tradizione italiana tra eventi culturali e valoriali
Ma se il core business delle attività consolari sono i servizi, la produzione di documenti di identità, il voto all’estero, l’assistenza sociale, non di minore importanza sono le attività di carattere culturale e di promozione economico commerciale. “Insieme alle Camere di Commercio italiane in Francia, in particolare con quella di Marsiglia e di Lione, stiamo realizzando degli interventi molto significativi. Quest’anno abbiamo creato un villaggio italiano nel centro di Metz che si chiama “BellissiMetz”, un appuntamento con artigiani ed enogastronomi italiani venuti dall’Italia che, nel corso di una cinque giorni, hanno proposto i prodotti del nostro Paese agli abitanti di Metz. Ma tanti altri contatti si stanno avviando. C’è poi la parte culturale, con l’organizzazione di concerti ed eventi di vario genere. Mi piace sempre sottolineare che gli eventi culturali che organizziamo hanno una valenza culturale ma anche valoriale, come nel caso del lavoro intenso sulla lotta all’antisemitismo, con il monologo tratto da ‘Se questo è un uomo’ di Primo Levi che abbiamo realizzato presso la sinagoga di Metz; abbiamo portato l’ensemble di musica italo-ebraica barocca ‘Salomone Rossi’ in sei località francesi, e quest’anno ci riproponiamo di lavorare sui temi dell’inclusione e della diversa abilità, in particolare l’autismo”. Ma qual è la partecipazione di italiani e francesi agli eventi? Abbiamo un riscontro sempre relativamente buono ma vorremmo raggiungere un pubblico più ampio. Su questo stiamo avviando una riflessione perché vorremmo avere più pubblico in presenza, abbinando la dimensione digitale con la realizzazione di eventi in diretta streaming: oggi è inevitabile se consideriamo le potenzialità di rilancio che ha una trasmissione digitale. Il primo banco di prova sarà il 18 settembre la commemorazione dei soldati italiani caduti in Francia durante la Prima guerra mondiale e sepolti nel cimitero militare di Bligny. Parliamo di cinquemila poveri giovani che riposano in quella terra e che noi ogni anno ricordiamo con una commemorazione presso il cimitero militare, tra musiche e testi inneggianti alla pace, alla comprensione reciproca, alla legalità, al rispetto. È un momento di raccoglimento collettivo e di riflessione profonda”.

Tutte le informazioni sul Consolato di Metz sono disponibili sul sito internet ufficiale https://consmetz.esteri.it/consolato_metz/it

(Ede - 14 set)

(© 9Colonne - citare la fonte)