Agenzia Giornalistica
direttore Paolo Pagliaro

INVIO ARMI IN UCRAINA
SI' SENATO, M5S ACCUSA

Nuovo sì del Parlamento all'invio di armi a sostegno della resistenza ucraina contro l'invasione russa, iniziata ormai quasi 11 mesi fa. Il Senato, con 125 voti a favore e 28 contrari, ha infatti concesso il primo ok alla conversione del decreto che prorogava fino al 31 dicembre 2023 la cessione di mezzi, materiali ed equipaggiamenti militari alle autorità governative ucraine, in deroga alla legge 9 luglio 1990, n. 185, attraverso decreti interministeriali (Difesa-Esteri-Economia), che definiscono o dei mezzi, materiali ed equipaggiamenti militari oggetto della cessione, nonché le modalità di realizzazione della stessa, anche ai fini dello scarico contabile. Secondo il leader di Azione Carlo Calenda, "aiutare l'Ucraina è aiutare noi, gli obiettivi sono la liberazione delle zone occupate dalla Russia e non altri. Combattiamo per ristabilire l'ordine internazionale di legalità e per proteggere un Paese che è fortemente europeo". Il Movimento 5 Stelle invece ha confermato il proprio convincimento di non votare più l'invio di armi, posizione che del resto era stata tra i principali motivi dell'uscita dalla maggioranza all'epoca del governo Draghi: "M5S non voterà più l'invio di armi all'Ucraina, e a testa alta dice viva la pace, viva l'Ucraina" spiega Ettore Licheri. Il Movimento, dice il senatore M5S "è al fianco del popolo ucraino contro la barbara invasione russa ma è lecito domandarsi se la pace la stiamo veramente costruendo sui campi di battaglia. È lecito farsi questa domanda o no? Il punto non è fermare Putin o dargliela vinta, ma come farlo, quale sia la strategia che dobbiamo mettere in campo considerando che l'escalation alla quale abbiamo partecipato finora ci ha portato a un binario morto, alla catastrofe". Secondo Licheri, "stiamo seguendo da mesi un copione che ci ha scritto Washington, e questo i cittadini lo hanno capito".

(Sis)

 

 

 

(© 9Colonne - citare la fonte)